Nella prima serata è intervenuto il Vescovo di Foligno Mons. Gualtiero Sigismondi che ha trattato riguardo: "La sfida educativa: la segnaletica dell'educazione".
Nella seconda serata invece il Vescovo Martella ha presentato le linee pastorali per il nuovo anno.
Per il blog ha preso parte all'evento Damiano de Gennaro che riassume così l'intervento del vescovo di martedì 20.
Nell’educare alla vita buona del Vangelo ci sono tre aspetti fondamentali. Educare significa generare, cioè far nascere la verità dall’uomo attraverso una vita buona, grazie alle virtù cardinali o morali senza escludere il dono di quelle teologali. Il vangelo dovrebbe essere inteso come l’incontro con Cristo che ti mette in movimento e ti forma spiritualmente e moralmente. Questo incontro avviene attraverso un testimone di vita coerente, che è l’Educatore! Le consapevolezze e i presupposti devono quindi essere alla base del programma di ogni educatore che deve essere equipaggiato dalla “segnaletica stradale educativa” definita da Mons. Semeraro. Prima di tutto bisogna fare una prima premessa: ” il punto di partenza è una duplice consapevolezza”. La prima consapevolezza è quella del collasso della coscienza educativa (emergenza educativa). La seconda è la “necessità di cambiamento di coscienza” come detto dal Card. Bagnasco. La teoria dell’oggi non si educa più è legata a una pedagogia negativa, nichilista, atta a pensare che non si sia capaci. Bisogna credere nell'educazione! Bisogna rispondere a una costante esigenza di senso! Oggi si dice che manca l’alfabeto delle emozioni... questo perché manca l’alfabeto della vita morale possibile solo in un orizzonte trascendente. Infatti, c'è bisogno di una grande conversione culturale. Il 19 settembre si è celebrato il primo anniversario della beatificazione del Card. Newman. Benedetto XVI ha presentato Newman esaltandolo per la sua “coscienza straordinaria”. Secondo Benedetto XVI “nel pensiero moderno la coscienza costituisce l’ultima stanza della decisione... essere coscienti significa decidere!” Per questo la capacità di verità dell’uomo impone il dovere di cercare la verità. Infatti, l’uomo deve avere una coscienza svincolata per cercare la verità. Le tre parole chiave sono: Coscienza obbedienza e verità. Il Card. Newman definisce la coscienza come “Vicario di Cristo” espressione simile a quella del concilio Vaticano II che definisce la coscienza come il “Sacrario dell’Uomo". Per Mons. Luigi Martella la cultura comincia dalla culla dove c'e' il nutrimento del latte, la presenza di visi rassicuranti e i sorrisi della mamma e del papà. Attraverso le parole dolci ricche di sapienza i genitori si raccontano e se presso tutte le culle si da ciò si avrebbe una nuova cultura fondata su punti fermi. Qui l’analogia della culla con la Chiesa. Ci sono persone che commettono un grande peccato di omissione non considerando la Chiesa “la culla del sapere”. La prima educazione si ha dai genitori come dalla chiesa sin dal principio, infatti, la fede passa di generazione in generazione. Lo racconta anche Sant’Agostino nelle “Confessioni”... Nelle comunità è flebile la tradizione della fede vista come consegna e al contrario c'e' un’affezione alle usanze. Il terzo punto è il ritorno dell’educare tra Vangelo e cultura. Infatti, bisogna tornare a educare perché oggi si fa fatica a causa del distacco dal trascendente, bisogna uscire dalla caverna (Mito della caverna di Platone). Tutto ciò è causato da uno spento slancio educativo perciò occorre riprendere l'evangelizzazione. La chiesa è una struttura apparentemente accogliente che si dimentica delle persone "normali" rimaste senza padri e madri spirituali. Infine occorre ricordarsi della parte di mistero umano e della visione della Chiesa come comunità educante all'ascolto del Signore della storia e del futuro. Chi non ascolta non può educare. Don Tonino dice che bisogna ascoltare e stare di fronte alla Madonna quindi, i veri educatori sono campioni nell'ascoltare cioè abili nell’aprire il cuore al Signore. La chiesa si deve impegnare perciò nell’offrire occasioni di ascolto a tutti i livelli sottolineando il bisogno di approfondimenti delle parti della messa perché la gente non si rende conto del vero significato dei vari momenti. L’ascolto della parola di Dio, della storia perché Dio parla ancora attraverso gli eventi di ogni giorno. La Chiesa dovrebbe educare all'ascolto del futuro ma lo abbiamo dimenticato pensando solo al presente scordandoci della speranza e della vita eterna. Siamo tra il già e il non ancora, però non può mancare la dimensione del futuro. Il tempo è di Dio sia al passato sia ora sia nel futuro ecco perché non può mancare. Occorre educarsi per educare e ognuno deve rivisitare se stesso perché Cristiano. L’attenzione deve essere rivolta a “intra”, dentro, come siamo per rivisitare se stessi poiché credenti. Mons. Martella conclude dicendo che i testimoni sono il futuro del cristianesimo, preparano le basi per il futuro ma spesso si comunica e non si trasmette …
Testo e foto di Damiano de Gennaro
Nessun commento:
Posta un commento
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.