sabato 17 settembre 2011

Festa del SS. Crocifisso a Bitonto

Con la festa liturgica dell’Esaltazione della Croce entrano nel vivo i festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso a Bitonto. L’immagine in legno di leccio del Crocifisso , uscita dal restauro nei giorni scorsi, è stata solennemente intronizzata sull’altare centrale della chiesa conventuale di Santa Maria del Popolo ( meglio nota dai bitontini come chiesa di Santa Teresa poiché vi si insediarono i Carmelitani Scalzi, ordine fondato appunto da Santa Teresa D’Avila), dove il culto è tenuto vivo dall’omonima confraternita. Nata nel 1897 e stabilitasi nella chiesa di S.Teresa, la confraternita aveva tra le attività di culto la processione penitenziale del Crocifisso, durante la quale i confratelli indossavano ( e indossano tuttora) una mozzetta di colore violaceo con un orlo di raso rosso e un ricamo che riproduce una croce. Dopo un periodo di inattività, dovuto all'impossibilità di utilizzare la propria sede dichiarata inagibile, la confraternita ha ripreso le attività a partire dal 1997, anno del centenario dalla fondazione. Come già detto, quest’anno la festa assume importante rilievo a causa del restauro dell’immagine, commissionato dalla confraternita all’artista bitontino Dino Fioriello. Il tempo aveva infatti reso precario lo stato conservativo dell’opera: il Cristo era tenuto alla croce da un solo chiodo ,deteriorato e arrugginito, in prossimità della schiena e rischiava di cadere. Ma ciò che ha reso affascinante il restauro dell’immagine è l’interessante scoperta relativa alla sua datazione. Considerato da sempre seicentesco, il “Cristo nero”, così noto nella tradizione popolare per via della sua carnagione scura ( o anche “Cristo dell’acqua”, in quanto invocato dai contadini per ottenere la pioggia in tempo di siccità) si è in realtà rivelato degli inizi del '500. La pulitura e l’eliminazione di stucchi e di differenti strati pittorici hanno portato alla luce vari indizi, illustrati nel corso della presentazione del restauro lo scorso 14 settembre, che fanno pensare a ciò:
· corona regale di rovo di colore verdastro ( prima del restauro bruno);
· ciocche che incorniciano il volto e cadono sul petto;
· perizoma che asseconda l’anatomia del Cristo, con morbido panneggio e bordo inferiore in foglia oro originale.




Tutti elementi che si ritrovano in crocifissi di scuola toscana e dell’Italia meridionale degli inizi del '500. Un’altra particolarità è data dalla sorprendente somiglianza del Cristo con l’uomo della sindone: non solo il volto è fortemente realistico, ma presenta anche una spina conficcata nella fronte da cui fuoriesce un piccolo rivolo di sangue, proprio come nella sindone. Inoltre l’accurato studio anatomico ( evidente ad esempio nella cura con cui sono state riprodotte le vene dei polsi, i tendini, i capezzoli e la ferita al costato) evidenzia un dettagliato approccio razionale alla materia, che nel '500 troverà la massima espressione con Leonardo.























Evidenziata in rosso , la spina conficcata nella fronte del Cristo, presente anche nell'uomo della Sindone.




Base processionale restaurata con il Crocifisso da Dino Fioriello





Labaro della Confraternita



“Quànne nan ghiòuve e jè picche la ràise
s’arrecòrre a Criste de Sanda Trèise;
se fèuce u tridue e ‘n bregesiàune
veine pertèute che deveziàune.”
(“quando non piove ed è poca la resa,
si ricorre a Cristo di Santa Teresa:
si fa il triduo e in processione
viene portato con devozione.”)



Dopo il triduo svoltosi dal 14 al 16 settembre e il Panegirico di oggi, domani si svolgerà la processione, che si snoderà per le vie della città a partire dalle 18.00 e vedrà la partecipazione delle confraternite e arciconfraternite attive nella stessa parrocchia, San Giovanni Evangelista: S. Rita, Sant’Antonio da Padova, Maria SS. della Misericordia, Maria SS. del Rosario. Al ritorno della processione, previsto intorno alle 22.00, la recita delle litanie sul sagrato della chiesa e il lancio di palloni aerostatici coroneranno la festa ! “Evviva la Croce, se Dio la esaltò!”


Illustrazione di Giuseppe Castro e versi tratti dal libro "L'arte de r'aloje",

(l'arte dell'olivicoltura) di Michele Muschitiello
Foto e testo di Domenico Ferrovecchio

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