martedì 26 marzo 2013

La Settimana Santa a Bitritto

Da qualche settimana sono cominciati i preparativi per la celebrazione del Venerdì Santo e della processione dei Misteri a Bitritto, paesino a sud di Bari, noto soprattutto per la Madonna di Costantinopoli la cui festa inaugura il ciclo annuale delle grandi feste patronali della provincia di Bari.
I proprietari delle statue dei Misteri hanno cominciato a spolverarli e a studiare la disposizione dei fiori e delle luci.
Il paese può vantare ben 24 Misteri la cui manifattura risale anche al finire dell'800 per mano di cartapestai leccesi.
I Riti Quaresimali entrano nei momenti clou dal Venerdì di Passione quando, alle ore 19.30, si effettua la processione di Maria SS. Addolorata; la Domenica delle Palme, invece viene effettuata la benedizione delle Palme in Via Ruggero Bonghi.
I veri e propri Riti della Settimana Santa cominciano dal Lunedì Santo, alle ore 20.00 con la tradizionale processione del Calvario, o più semplicemente Via Crucis, per le vie del paese. Continuano Martedì con l’adorazione del SS Sacramento dalle 9.00 alle 18.00.
Il Giovedì Santo viene celebrata alle 10.00, nella Cattedrale di Bari, la Messa Crismale per la distribuzione del Crisma alle Parrocchie della Diocesi. Alle 19.30 viene celebrata la Messa “In Coena Domini” e la lavanda dei piedi e a seguire, alle 22.30, si effettua l’Adorazione comunitaria.
Il Venerdì Santo si apre con la preghiera dell’Ufficio delle Letture  e, a seguire, alle 15.00 la celebrazione “In Passione Domini”. Alle 18.00 la processione dei Misteri.                                                                      
Qui di seguito alcune foto inedite della processione del Venerdì Santo.












Come si può notare il simulacro dell'Addolorata viene portato a spalla
dalle donne.










Alcune foto storiche





 Testo di Giuseppe Pasquale
Foto di Carlo Bombacigno e Francesca Sigrisi




lunedì 18 marzo 2013

Una nuova chiesa per Molfetta: la Madonna della Rosa.

Santino della Madonna della Rosa
 Finalmente, dopo anni di costruzione, anche la parrocchia della Madonna della Rosa ha una sua nuova sede stabile in un edificio costruito appositamente per una delle comunità parrocchiali più grandi di Molfetta, proprio in quanto comprende un vasto territorio attualmente in via di espansione, dietro l'ospedale.
A Molfetta, il culto della Vergine con il titolo di "Sancta Maria Rosarum" sorse in una cappella rurale, parte integrante di una torre, ancora oggi situata sulla vecchia via di Bitonto, non lontano dal centro abitato, dove era affrescata l'immagine della Vergine con il Bambino, entrambi mostranti nelle loro mani una rosa (da lì il titolo mariano). In tale cappella, regolarmente, soprattutto nel mese estivo quando le villette circostanti venivano popolate, si celebrava la Messa e tanto crebbe la devozione verso questa Madonna che ogni anno, nel primo martedì dopo Pasqua, i molfettesi si recavano in pellegrinaggio verso tale cappella, che nel contempo divenne il secondo Santuario mariano, dopo quello più importante ed eretto a Basilica della Patrona della Città, Maria SS. dei Martiri.
Con l'espansione urbanistica della città, nuovi edifici vennero costruiti verso l'entroterra, evidenziando la necessità di istituire nuove realtà parrocchiali che potessero far capo ai nuovi quartieri. La prima parrocchia istituita, fu quella di Sant'Achille, a cui seguirono la Santa Famiglia e la Madonna della Rosa nel 1977.
Tutte e tre le parrocchie sorsero in locali messi a disposizione dai nuovi parrocchiani all'interno dei palazzi, fin quando non vennero costruite delle vere e proprie chiese, molto più adatte ad ospitare le grandi comunità e ad essere sede dei tre culti mariani che tutt'ora le contraddistinguono (rispettivamente Regina del Paradiso, Madre della Speranza e Madonna della Rosa). Se per le prime due comunità subito sorsero i nuovi edifici sacri, così non è stato per la terza, che fino all'8 marzo di quest'anno, ha continuato a popolare il precedente locale.

 Il 9 marzo 2013, finalmente, la comunità parrocchiale della Madonna della Rosa ha preso sede definitiva nella nuova chiesa alle spalle dell'ospedale cittadino, il cui progetto fu approvato nel febbraio del 2007.
Sono intervenuti nella realizzazione della struttura: l'architetto I. Candelmo, gli ingegneri G. Uva e F. Allegretta, V. Azzollini e il dott. agronomo V. Annese.

Grande entusiasmo da parte dei parrocchiani che, nella mattinata del 9, si sono impegnati per completare gli ultimi preparativi per accogliere il Vescovo e la cittadinanza per la solenne Cerimonia di Dedicazione del complesso alla Vergine della Rosa.

Nell'altare della nuova chiesa, come è consuetudine, sono state riposte ben 4 reliquie: quelle di San Corrado di Baviera, Patrono di Molfetta, di San Paolo della Croce, dei Beati Martiri di Otranto e del Beato Giovanni Paolo II.

L'edificio, in pianta ottagonale, si compone di un ambiente ampio e luminoso, semplice con due vetrate colorate ai due lati dell'altare, un Crocifisso con la Vergine e San Giovanni ai lati, sulla sinistra una nicchia attualmente vuota e sulla destra, l'accesso ad una cappellina, dove è presente il Tabernacolo, fulcro e perno di tutte le chiese, in quanto sede del Santissimo.

Visione dell'interno della chiesa


Particolare dell'altare

Prima lapide commemorativa

Tabernacolo nella cappella

Seconda lapide commemorativa

Uno degli ingressi laterali

Particolare del portale

Particolare del portale


Ingresso principale
 



Vorrei concludere sottolineando il grande impegno di questa comunità parrocchiale della Madonna della Rosa nella realizzazione del nuovo edificio sacro, in cui ha contribuito con numerevoli sacrifici affinchè finalmente si potesse usufruire di un ambiente più ampio e più adatto per le celebrazioni liturgiche.
La Città di Molfetta, nel giro di un anno, si è arricchita di ben due nuovi complessi, della Madonna della Rosa (primo vero edificio di culto) e di Sant'Achille (la cui chiesa, inaugurata e dedicata nel 25 marzo 2012 sostituisce la precedente costruzione, attualmente adiacente, la cui capienza era notevolmente inferiore al numero reale di parrocchiani che ne fanno parte). Le due comunità parrocchiali, dunque, già erano attive presso sedi precedenti, non adatte, per motivi di spazio, a contenere queste due realtà ancora in continua espansione: la costruzione di questi due nuovi edifici è stata dunque assolutamente necessaria e sono il frutto di sacrifici di due comunità che hanno tutto il diritto di usufruire di spazi consoni per il culto cattolico.
Le critiche non costruttive lasciano il tempo che trovano.

Testo e foto di Maria Cristina Roselli

domenica 17 marzo 2013

Il culto di S. Giuseppe ad Altamura

San Giuseppe fu eletto patrono della città di Altamura il 27 febbraio 1638 per la forte devozione degli altamurani verso il padre putativo di Gesù e sposo di Maria Vergine.
Nel 1530 sotto la prelatura di mons. Sapio  si ampliarono alcune cappelle della cattedrale ed una di queste fu dedicata proprio al futuro santo protettore. Successivamente fu ingrandita, nel 1653, per volontà dell'arciprete spagnolo Oliveras che l’arricchì, l’ anno seguente, con la bellissima statua in marmo del Micci (allievo del Berini) acquistata con le offerte di tutti i fedeli e devoti così come si evince dalla lapide posta ai piedi della statua. Nel 1742 fu acquistata la statua a mezzo busto argentea realizzata dal napoletano Nassi  e che veniva portata in processione dai maestri sartori. Purtroppo,  dopo circa 70 anni, fu venduta, insieme a quella di S. Vito, per sostenere alcune spese della cattedrale.
Nel 1836 una forte epidemia di peste  e colera decimò la popolazione. Gli altamurani  implorarono l’intercessione di S. Giuseppe e l’ epidemia si fermò. Per questo fu acquistata la statua in legno policromo  realizzata, secondo la tradizione popolare, a Venezia e  che viene ancora oggi portata in processione la sera del 19 marzo.
La popolazione, che sente vivamente il culto, festeggia il Santo Patrono con una modesta festa preceduta da una novena. Molti sono ancora gli anziani e le famiglie che realizzano per l’ occasione degli altari nelle proprie case intronizzando l’immagine del santo per tutto il mese di marzo, altri solo per la novena per riunirsi con il vicinato meditando le gioie e le allegrezze di S. Giuseppe.
Altro rito è quello della preparazione delle “fanov d san Giusepp”. Un tempo la confraternita, attualmente estinta e sostituita da un associazione, organizzava un grandissimo falò al centro di piazza duomo. Oggi  alcuni ragazzi  preparano, laddove possibile, alcune cataste di legname ricavato dalla potazione di olivi e viti, gareggiando con gli altri per fare il falò più grande. Anche alcune parrocchie allestiscono le fanove come la Parrocchia della SS. Trinità – Trasfigurazione  per allietare la serata. A sera (un tempo di mattina) dalla cattedrale parte la solenne processione che accompagna la statua del santo patrono tra i vicoli e claustri del centro storico.

La bella statua di S. Giuseppe esposta in Cattedrale



Testo e foto di Massimo Colonna

sabato 16 marzo 2013

Rappresentazione della Passione Vivente - Parrocchia Santa Famiglia, Molfetta

Locandina dell'evento
In occasione dell’apertura della SETTIMANA DEI GIOVANI & VOCAZIONE (18-23 marzo 2013 ) e della DEDICAZIONE DELLA CHIESA (14 aprile 2013), la Parrocchia Santa Famiglia di Molfetta (Ba) metterà in scena La PASSIONE VIVENTE di Gesù Cristo.

Interpretata da un folto numero di comparse e attori, la rappresentazione riprodurrà i momenti salienti dell’esperienza terrena di Gesù nel rispetto della sua drammatica essenza e significato.

L’evento avrà luogo DOMENICA 17 MARZO presso la Parrocchia Santa Famiglia di Molfetta (Ba) dalle ore 19.30 alle ore 22.00.
L'ingresso è gratuito.
I testi della rappresentazione sono tratti da “Sarò con voi”, rappresentazione teatrale scritta da don Gianni Fiorentino.



 
Parrocchia Santa Famiglia - Molfetta
 Testo di Lucia Mozzillo

giovedì 7 marzo 2013

La festa patronale della Madonna di Costantinopoli a Bitritto

Il primo martedì di marzo come da tradizione la città di Bitritto, alle porte di Bari, ha solennemente festeggiato la Sua Protettrice Maria SS. di Costantinopoli, detta anche Odegitria, in un tripudio di fede e devozione che da sempre contraddistingue le feste del Sud Italia in onore dei Nostri Santi Patroni e Protettori. 
Questo appuntamento da sempre caratterizzato da grandi fuochi pirotecnici, sfavillanti luminarie e rinomati concerti bandistici, rappresenta, per chi di feste patronali se ne intende, l'apertura, in Puglia, della 
fantastica e sempre affascinante stagione delle feste religiose che si concluderà a novembre con i Solenni Festeggiamenti in onore di San Trifone ad Adelfia.


Secondo una antica leggenda dell'abate Gregorio, la traslazione dell'icona di Maria SS. Di Costantinopoli, chiamata anche Odegitria, avvenne nell'anno 733, durante il periodo delle lotte iconoclaste, ad opera di alcuni monaci greci brasiliani che, per evitare che l'immagine fosse distrutta, decisero di portarla a Roma.
Durante il viaggio, però, fecero naufragio ed approdarono a BARI. Era il primo martedì di marzo di quello stesso anno 733. I monaci interpretarono l'avventura del loro naufragio come la precisa volontà della Vergine a restare in quel luogo e portarono la sacra icona nella cattedrale per offrirla alla venerazione del popolo, stabilendo di celebrare ogni anno, in quel particolare giorno e con solennità, l'avvenimento. Venerazione che a loro volta gli Arcivescovi baresi portarono nel territorio da loro governato Bitritto.
Il culto della Madonna di COSTANTINOPOLI, eletta ufficialmente Patrona della città di Bitritto nell'anno 1865, sorse già agli albori del XVI secolo. Il culto è legato, principalmente, alla diffusione della peste che, a più riprese, funestò il paese anche se non mancarono vicissitudini di altra natura. Particolarmente funesto fu il biennio 1528 - 1530 quando il morbo imperversò, devastante, sulla popolazione bitrittese, in piena guerra franco - spagnola, con tutte le conseguenze per il piccolo borgo, vicissitudini allontanate grazie alla intercessione della Vergine. Ma la peste tornò a colpire nel 1656 con una nuova epidemia ed anche in quella occasione la popolazione ricorse alla protezione della Madonna, facendo voto di offrire ceri al suo altare e di distribuire pane ai poveri.
Nell'anno 1865 la Città di Bitritto, già più volte salvata dalla peste per intercessione di Maria SS. di Costantinopoli , colpita da una epidemia di colera non esitò ad inginocchiarsi ai piedi della vergine, che ascoltò il grido dei suoi figli.
In questa occasione Maria SS. di Costantinopoli venne eletta ufficialmente Patrona della cittadina e alle solenni celebrazioni del primo martedì di marzo si aggiunsero anche quelle del 21 novembre.


Ricchissimo il Programma dei Festeggiamenti Civili e Religiosi messo in atto dal Comitato Feste per questa edizione 2013. 
Sin dalle prime ore della giornata principale della festa ( martedì 5 marzo ) i maestri pirotecnici hanno cominciato ad allestire gli spettacoli pirotecnici in vista della tradizionale gara diurna svoltasi subito dopo il rientro della Solenne Processione.








I Grandi Concerti Bandistici delle Città di Noci ( diretto dal M° G.ppe Gregucci ) e di Bisceglie ( M° Dominga Damato )






Alle ore 11:00 la Sacra Immagine di Maria SS. di Costantinopoli varca la soglia della Chiesa Matrice a Lei dedicata per essere portata a spalla per le vie principali della città.















































Alle ore 14:30 subito dopo il rientro della processione si è svolta la tradizionale gara pirotecnica diurna tra le ditte :
1. Cav.ri Bruscella & Pellicani da Modugno (Ba) ;
2. Pirotecnica Del Vicario Giacomo e figli da San Severo (Fg) ;
3. Cav. Padovano Giovanni da Genzano di Lucania (Pz) ;









Lo stile inconfondibile delle luminarie della ditta Faniuolo Illuminazioni dei F.lli Faniuolo da Putignano (Ba).













Testo e foto di Michele Cutrone


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