sabato 2 marzo 2013

Presentazione del restauro della statua della Maddalena a Molfetta

Lo scorso sabato 23 febbraio, presso l'auditorium "A. Salvucci" del Museo Diocesano di Molfetta, si è tenuta una interessante conferenza dal titolo Tra vanità e penitenza: l'iconografia di Santa Maria Maddalena.
La serata è stata aperta dal saluto del sig. Saverio Di Bisceglie, commissario dell'Arciconfraternita della Morte, sodalizio al quale si deve l'importante contributo per il sovvenzionamento del necessario restauro della statua settecentesca raffigurante Maria Maddalena esposta nel Museo. A seguire don Michele Amorosini, direttore del Museo Diocesano e responsabile dell'Arte Sacra della diocesi, ha illustrato, ai numerosi presenti, le varie fasi del delicato restauro eseguito dalla ditta Lorenzoni Restauri Srl di Polignano a Mare.
Il pregevole simulacro, ascrivibile alla scuola napoletana del XVIII sec., si presentava coperto dalle pesanti e numerose ridipinture e da alcune sovrapposizioni in tela e cartapesta gessata che coprivano i seni e l'avambraccio sinistro. 
Inoltre la superficie lignea si presentava particolarmente compromessa, contaminata da insetti xilofagi e con lacune nella policromia.

Il simulacro, oggi ammirabile in tutto il suo originario splendore nel Museo Diocesano, è probabilmente quello donato dalla devota Maria Maddalena de Beatis alla Confraternita della Morte con l'intento di essere esposto in chiesa e quindi non realizzato col proposito di portarlo in processione (O. PANUNZIO, Diario per la Confraternita della Morte, Molfetta 1987). "Essa, infatti, non rappresentava la santa durante la Passione e Morte di Gesù, ai piedi della croce o presso il sepolcro, ma la raffigurava in epoca posteriore, quand'era penitente nel deserto.".

E' seguito poi l'intervento della dott.ssa Maria Raffaella la Grasta che ha relazionato sull'iconografia di Santa Maria Maddalena partendo dall'analisi di alcuni affreschi realizzati da giotteschi nella cappella della Maddalena nella Basilica inferiore di Assisi e illustrando il progressivo sviluppo e metamorfosi della raffigurazione a seguito del Concilio tridentino.
Al termine della conferenza è stato possibile ammirare, nella sala dei giaquinteschi, la statua della Maddalena fresca di restauro affiancata dalla straordinaria statua della Maddalena "scandalosa" realizzata nel 1950 dallo scultore Giulio Cozzoli. 
Si tratta della prima versione della Maddalena realizzata dall'artista molfettese per la processione del Sabato Santo e rifiutata dal vescovo dell'epoca, mons. Achille Salvucci, perché ritenuta troppo sensuale ed "inadatta ad una processione mistica". La statua rimase pertanto in proprietà della famiglia Cozzoli che gelosamente la conserva.
Qui di seguito una selezione di immagini del simulacro restaurato, gentilmente concesse dal Museo Diocesano.





Particolare del volto

Le due statue della Maddalena

La Maddalena scandalosa e la Maddalena del XVIII sec.


Testo di Francesco De Nicolo
Foto di Maria Cristina Roselli
Foto dei simulacri gentilmente concesse dal Museo Diocesano

5 commenti:

  1. Dopo aver salvato san Giovanni finalmente si è pensato anche al restauro di una delle statue più belle, interessanti e soprattutto martoriate del patrimonio artistico della arciconfraternita della Morte.
    Emozionante è vedere le due figure censurate insieme.
    Una coperta con velo in cartapesta e ridipinta più volte,l'altra rifiutata completamente.
    Riguardo alle due Maddalene realizzate da Cozzoli, io sinceramente preferisco quella attuale in quanto mi sembra più consona al vero personaggio reale.
    Per troppo tempo si è pensato che maria di magdala fosse una prostituta convertita ma oggi sappiamo che non è così.
    Secondo me, Cozzoli con la sua prima realizzazione si rifà troppo a questa idea messa in atto da papa Gregorio.

    Ora il mio pensiero va all'addolorata rubata qualche anno fa.
    Chissà come sarebbe stato bello ammirarla restaurata nel museo, invece che lasciarla abbandonata al cimitero.
    Perdonatemi la polemica ma per noi è come aver perso un pezzetto di storia della settimana santa molfettese.

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  2. C'è il rammarico di tutti per la perdita di quel simulacro e credo che sia giusto ricordare ogni tanto alla gente del triste furto sacrilego sperando che le ricerche dei ladri possano continuare con insistenza da parte delle forze dell'ordine.

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  3. Inutile dirti che sono assolutamente d'accordo.

    Francesco volevo chiederti la tua opinione riguardo il primo commento.

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    1. Non saprei, tuttavia personalmente credo che l'intenzione del Cozzoli fosse innanzitutto quella di realizzare "ea quae sunt sicut sunt": le cose il più possibile verosimili e vicine al modello di partenza. Che si sia voluto poi scegliere come soggetto la bellissima ragazza russa Tatiana Sokolov per l'antica credenza che la Maddalena fosse da identificare con la stessa peccatrice del famoso brano "chi è senza peccato scagli la prima pietra", è anche probabile. Però ripeto, a mio avviso, non era questo il primo intento del Cozzoli, bensì lui volle rappresentare nelle sue statue vari strati della popolazione e le varie età della vita (per esempio San Pietro e Maria Saolmè, per l'età avanzata; la Veronica e la prima Maria di Cleofe per il ceto popolare; S. Giovanni la giovinezza)

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  4. GRAZIE DI CUORE PER LA TUA DISPONIBILITA'

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