Foto, storie, opinioni, pensieri di Francesco De Nicolo con la collaborazione di Maria Cristina Roselli, Domenico Ferrovecchio e Massimo Colonna.
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giovedì 8 marzo 2018
Mostra "Ad pietatem populi concitandam peropportuna". Ritrovato il Cristo alla colonna di Terlizzi
Dei cinque simulacri che costituivano il gruppo degli antichi misteri di Terlizzi, sinora, erano note solo tre sculture: due ancora portate in processione il venerdì santo, ovvero il Cristo nell’orto degli ulivi ed il Cristo Ecce homo, rispettivamente custoditi nella chiesa di S. Lucia ed in quella dei SS. Medici, ed il Cristo morto, anticamente dismesso dai riti processionali e custodito nella chiesa di S. Maria delle Grazie, a cura dei frati cappuccini.
Quest’ultima opera, ancora misconosciuta dai più, era stata portata all’attenzione della città dal giovane studioso Francesco De Nicolo, autore nel 2016 della pubblicazione “Quaresima e settimana santa a Terlizzi. Storia ed iconografia di un rito”. Proprio da queste pagine erano state avanzate ipotesi sulle due statue disperse – il Cristo alla colonna ed il Cristo porta croce – guardando agli omologhi simulacri molfettesi di ben più antica fattura, oltre a ricostruire in modo scientifico gli aspetti storico-artistici ed etnoantropologici di queste antiche ritualità.
A ridestare attenzione sul tema il riconoscimento, in collezione privata, della statua del Cristo alla colonna ad opera di don Michele Amorosini, parroco della Santa Maria di Sovereto, nonché direttore dell’Ufficio Beni Culturali ed Arte Sacra e del Museo diocesano di Molfetta. Grazie ad un’intuizione che gli consentiva di accostare la scultura lignea ai tratti ed alle caratteristiche delle altre statue note, è stato possibile confermare la scoperta ricostruendo le possibili vicende storiche dell’opera e riconducendola alla mano del “Maestro dei Misteri di Terlizzi”. A supportare il sacerdote anche alcuni appassionati di storia e cultori delle tradizioni locali.
Con l’intenzione di mostrare alla comunità locale ed agli studiosi l’importante scoperta, avrà luogo presso la chiesa di S. Maria la Nova un’esposizione temporanea, dal 10 al 22 marzo, che impegnerà nel periodo precedente la Settimana Santa le altre opere superstiti del gruppo dei misteri, riaccostandole dopo almeno due secoli per la prima volta.
#antichimisteriterlizzi
domenica 14 febbraio 2016
Il libro sulla Quaresima e la Settimana Santa di Terlizzi
Sarà presentato domenica 21 febbraio presso la chiesa del SS. Rosario di Terlizzi il libro di Francesco De Nicolo
Quaresima e Settimana Santa a Terlizzi: storia ed iconografia di un rito.
Interverrà la prof.ssa Isabella Di Liddo, docente di Storia delle Arti Applicate presso l'Università di Bari "Aldo Moro", studiosa di arti in età barocca.
Modererà Renato Brucoli, editore e giornalista.
Mancava uno studio che lasciasse emergere l’antichità e la rilevanza della ritualità drammatica e penitenziale della Quaresima e della Settimana Santa a Terlizzi. Il volume colma la lacuna, indagando scientificamente i riti sotto l’aspetto storico, artistico ed etnoantropologico-cultuale. Il costante rapporto fra il contesto generale e particolare, rende organica la trattazione e apprezzabile il metodo adottato. Il lavoro si configura come un viaggio alla riscoperta della storia, delle tradizioni, della pietà popolare, dei canti e della musica, della gastronomia e dell’arte che caratterizzano la Quaresima e la Settimana Santa nella “Città dei fiori, dell’olio e della ceramica”. La scrupolosa ricerca archivistica compiuta dall’Autore consente di annoverare i riti penitenziali terlizzesi tra i più antichi di Puglia. Il viaggio è in quattro tappe o capitoli. Nel primo, di carattere storico, viene evidenziato lo scenario complessivo, l’humus culturale dei rituali e delle “primordiali” processioni della Settimana Santa. Il secondo, di carattere descrittivo/analitico, riguarda lo studio strutturale del tempo quaresimale, dei singoli giorni della Settimana e della Pasqua, con ampio spazio dedicato alle ritualità scomparse. Nel terzo vi è la lettura delle immagini della Passione a Terlizzi. Fulcro del compendio iconografico sono i simulacri processionali, prodotti da abilità artistiche differenti e indagati con spirito critico, ora con audaci raffronti ora con accostamenti a prototipi emblematici della statuaria locale e regnicola. L’ultimo capitolo è dedicato ai suoni e ai canti che costituiscono la colonna sonora dei riti liturgici e paraliturgici della Settimana più importante dell’anno, definita altrimenti come “Settimana Maggiore” o “Grande Settimana” nell’introduzione di don Michele Amorosini, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Arte Sacra e i Beni Culturali. L’appendice raccoglie i più importanti documenti inediti rintracciati dall’Autore. L’Opera è impreziosita dalla fotografia di Francesco Rubini.
Per acquisto scrivere a
denicolo.francesco@yahoo.it
sabato 13 febbraio 2016
Ciclo di tavole rotonde: "Settimana Santa sconosciuta" 2016
L'Associazione Culturale "Vetus Passio"
in collaborazione con la Confraternita del SS. Rosario
col patrocinio del Comune di Terlizzi
presentano
Ciclo di tavole rotonde: "Settimana Santa sconosciuta"
a cura di Francesco De Nicolo
sabato 19 gennaio 2013
Addio a Mons. Gaetano Valente
27 settembre 1919 - 19 gennaio 2013. Sono questi gli estremi anagrafici di Mons. Gaetano Valente.
E' scomparso oggi un pezzo di storia di Terlizzi. Grazie al suo instancabile, accurato e imparziale lavoro di ricerca Terlizzi ha potuto riscoprire le proprie origini, la propria storia. Dopo la prima pubblicazione del 1973, Pagine di storia terlizzese. La chiesa e confraternita di S. Ignazio, intraprese un lungo lavoro durato ben 23 anni (1981-2004) il cui frutto è stata l'opera Feudalesimo e Feudatari in sette secoli di storia di un comune pugliese, collana di sei volumi in cui tracciava la storia di Terlizzi.
Il lavoro di don Gaetano era un lavoro meticoloso ed imparziale. Egli, lasciando da parte ogni fantasia personale, aderiva alle fonti storiche spinto dall'amore per la verità. E pur di non tradire la verità, "con coraggio, metteva a nudo tutte le ambizioni, gli interessi degli stessi uomini di Chiesa, che fecero più volte esplodere le animosità popolari spesso incontrollabili" 1) nei secoli passati.
Amava profondamente la sua terra, la sua Terlizzi. Diceva: "Mi sono sobbarcato di queste fatiche perché ho voluto far grande il mio paese" 2)
Nel 1992, ha fatto parte del comitato per la ricostruzione del Carro Trionfale, che grazie alla sua documentazione e i suoi studi è stato ricostruito tenendo il più possibile fede ai progetti di Michele de Napoli.
Grazie alla sua iniziativa, inoltre Terlizzi ha potuto rimpossessarsi del casale di Cesano e della sua chiesetta medioevale.
Fino all'ultimo si è speso per mantenere vive le pratiche devozionali della confraternita di S. Ignazio di cui era padre spirituale sin dal 1952. Instancabile ha preso parte alla processione dell'Addolorata fino a due anni fa.
Con nostalgia rimarrà nei miei ricordi la sua visita alla Mostra sui Riti della Settimana Santa nella chiesa di Santa Lucia svoltasi lo scorso anno.
I funerali si svolgeranno lunedì 21 gennaio 2013 in Concatterale.
Grazie di tutto don Gaetano! Addio!
Note:
1)dall'introduzione del prof. Giuseppe Dibenedetto, Sovrintendente agli archivi di Stato di Puglia in Pagine di storia terlizzese;
2) parte dell'intervista in http://www.terlizzilive.it/news/Cultura/212114/news.aspx#main=articolo
3) per una bibliografia più ampia di don Gaetano http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Valente
E' scomparso oggi un pezzo di storia di Terlizzi. Grazie al suo instancabile, accurato e imparziale lavoro di ricerca Terlizzi ha potuto riscoprire le proprie origini, la propria storia. Dopo la prima pubblicazione del 1973, Pagine di storia terlizzese. La chiesa e confraternita di S. Ignazio, intraprese un lungo lavoro durato ben 23 anni (1981-2004) il cui frutto è stata l'opera Feudalesimo e Feudatari in sette secoli di storia di un comune pugliese, collana di sei volumi in cui tracciava la storia di Terlizzi.
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Don Gaetano il sabato della Festa Maggiore del 1992. Si intravede il nuovo Carro ricostruito anche grazie al suo contributo. |
Amava profondamente la sua terra, la sua Terlizzi. Diceva: "Mi sono sobbarcato di queste fatiche perché ho voluto far grande il mio paese" 2)
Nel 1992, ha fatto parte del comitato per la ricostruzione del Carro Trionfale, che grazie alla sua documentazione e i suoi studi è stato ricostruito tenendo il più possibile fede ai progetti di Michele de Napoli.
Grazie alla sua iniziativa, inoltre Terlizzi ha potuto rimpossessarsi del casale di Cesano e della sua chiesetta medioevale.
Fino all'ultimo si è speso per mantenere vive le pratiche devozionali della confraternita di S. Ignazio di cui era padre spirituale sin dal 1952. Instancabile ha preso parte alla processione dell'Addolorata fino a due anni fa.
Con nostalgia rimarrà nei miei ricordi la sua visita alla Mostra sui Riti della Settimana Santa nella chiesa di Santa Lucia svoltasi lo scorso anno.
I funerali si svolgeranno lunedì 21 gennaio 2013 in Concatterale.
Don Gaetano alla processione dell'Addolorata (2011) |
Don Gaetano al Calvario per il rito delle Croci il Venerdì di Passione (2011) |
Grazie di tutto don Gaetano! Addio!
Note:
1)dall'introduzione del prof. Giuseppe Dibenedetto, Sovrintendente agli archivi di Stato di Puglia in Pagine di storia terlizzese;
2) parte dell'intervista in http://www.terlizzilive.it/news/Cultura/212114/news.aspx#main=articolo
3) per una bibliografia più ampia di don Gaetano http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Valente
Testo di Francesco De Nicolo
martedì 28 agosto 2012
Alcune foto inedite della Festa Maggiore 1992
In occasione del 20° anniversario della costruzione del nuovo Carro Trionfale della Madonna di Sovereto, pubblichiamo queste inedite fotografie scattate dall'amico Mimmo Amorosini nel 1992.
Il '92 fu un anno davvero particolare perché, oltre a svolgersi la prima sfilata con il nuovo Carro Trionfale, in quell'anno la Madonna fece ritorno a Terlizzi su un carretto trainato da due buoi bianchi.
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Si noti Mons. Gaetano Valente |
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La Madonna di Sovereto transita accanto al Carro Trionfale fermo all'inizio della Villa di viale Roma |
Rappresentano davvero un prezioso documento storico queste immagini perché immortalano la prima insolita processione del nuovo Carro Trionfale. Un Carro ricostruito con il contributo di tutta la cittadinanza e che nell'edizione del '92 sfilava ancora incompleto, ma pur sempre solenne e maestoso.
Ecco qui un paio di foto scattate da un balcone al momento della virata di Corso Vittorio Emanuele II - Piazza IV Novembre.
Quelle che seguono qui, invece, sono le foto dello spostamento del Carro da Piazza Duomo a Piazza IV Novembre dinnanzi al Palazzo di Città dove, come consuetudine, il grande campanile mobile rimane in sosta alcuni giorni prima di essere riportato al Calvario per essere smontato.
Esprimiamo, anche in questa sede, il vivo ringraziamento a Mimmo Amorosini per aver voluto condividere con noi queste storiche immagini.
Qui vediamo il Carro nei pressi di via Madonna delle Grazie, avviato a percorrere il tragitto che lo separava dal piazzale dell'azienda Tangari a viale Roma, effettuando il seguente inconsueto itinerario:
via Madonna delle Grazie - via Eroi del cielo - piazza Europa - via Eroi del mare - via Campo Sportivo - viale Roma.
Qui vediamo il Carro nei pressi di via Madonna delle Grazie, avviato a percorrere il tragitto che lo separava dal piazzale dell'azienda Tangari a viale Roma, effettuando il seguente inconsueto itinerario:
via Madonna delle Grazie - via Eroi del cielo - piazza Europa - via Eroi del mare - via Campo Sportivo - viale Roma.
Si trattò di un evento eccezionale ed irripetibile che fu reso possibile grazie al generoso contributo economico di tutta la cittadinanza, il cui contributo rese possibile la ricostruzione di un nuovo Carro giusto in tempo per la Festa Maggiore del 1992. Doveroso ricordare l'instancabile lavoro del tram costituito degli ebanisti fratelli Tangari, degli artisti Maria Bonaduce, Enzo Sforza, Maddalena Cipriani ed Antonio Volpe (che ridipinsero le tele sui modelli originali), dell'architetto Michele Gargano e degli storici Angelo D'Ambrosio e mons. Gaetano Valente.
Ed a don Gaetano va, infine, il nostro pensiero animati dalla volontà di perpetuare il suo ricordo e la gratitudine per il tanto lavoro svolto per la nostra Terlizzi.
Foto di Mimmo Amorosini e dell'archivio privato della famiglia Cagnetta
Testo di Francesco De Nicolo
giovedì 26 luglio 2012
Note sul quadro "La morte di Sant'Anna" nella parrocchia di S. Gioacchino a Terlizzi
Tra i diversi Ordini religiosi attivi nel territorio terlizzese, quello che ha impresso l'orma più profonda nella storia cittadina è stato sicuramente l'Ordine Francescano.
L'antica civitas Terlitii, appartenente alla diocesi di Giovinazzo, ma fregiata del titolo di nullius, cioè dipendente direttamente dalla Santa Sede, ha ospitato i frati Minori Osservanti nel convento di S. Maria la Nova, i frati Minori Cappuccini nel convento extra moenia di S. Maria delle Grazie e le suore Clarisse nel monastero di S. Anna. 1)
A questa presenza, oltre a dover dare merito dell'influenza positiva che ha esercitato nella vita religiosa della città, occorre dar merito di aver arricchito Terlizzi di numerose opere d'arte di straordinaria bellezza e alto valore artistico.
Inevitabile citare opere quali la Natività del Savoldo, La Madonna in trono tra S. Francesco e S. Giovanni Battista del Pordenone, L'estasi di Sant'Antonio del Marullo della chiesa di Santa Maria la Nova dei Zoccolanti.
Ma i gioielli della chiesa di S. Maria non devono offuscare le tante altre pregevoli opere custodite nella chiesa dei Cappuccini e in quella di Sant'Anna, meglio conosciuta come chiesa di S. Gioacchino.
In questa sede vogliamo soffermarci proprio su quest'ultima.
Sorta tra il 1713 e il 1724, la chiesa del monastero delle Clarisse custodisce pregevoli opere scultoree come il San Francesco e la Santa Chiara attribuite al grande maestro napoletano Giacomo Colombo; la Sant'Anna con Maria Bambina scolpita nel 1846 dal terlizzese Giuseppe Volpe e le statue dell'Immacolata e di San Gioacchino con Maria Bambina provenienti, probabilmente, dall'atelier dei Brudaglio di Andria.
Accanto ai pregevoli simulacri va aggiunta l'opera pittorica che troneggia sull'altare meggiore in pietra mischia di Andria. Si tratta della tela, ingiustamente poco considerata, intitolata "Morte di Sant'Anna" firmata dal pittore tardo barocco Antonio Baldi.
Un quadro su cui vale porre l'attenzione in quanto presenta una iconografia piuttosto insolita e la cui bellezza lascio raccontare dalle immagini.
Al centro della scena compare Sant'Anna che, distesa su letto di morte, è assistita da Maria che indica il fanciullo Gesù.
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In questa foto si possono anche notare, in basso a destra, alcune lettere della firma del pittore. Si notino la dolcezza dei lineamenti del volto e i giochi chiaroscurali |
Nella parte sinistra del quadro si nota la presenza dell'Arcangelo Michele, dalle vesti purpuree che si agitano al vento, nell'atto di sguainare la spada. Al suo fianco emergono dall'ombra due figure femminili che compiangono la Santa morente. Sempre alla sinistra del quadro compare San Gioacchino seduto in meditazione.
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San Gioacchino in meditazione |
Nella parte alta del quadro compare uno stormo di angeli. Uno di essi sorregge la palma simbolo della vittoria sulla morte.
Ma cosa sappiamo del quadro e dell'artista che lo realizzò?
Purtroppo sappiamo davvero poco.
Sappiamo che quest'opera del Baldi andò a sostituire una precedente del pittore bitontino Carlo Rosa.
Del Baldi, nativo a Cava de' Tirreni, si sa solamente che, dopo aver appreso l'arte del mestiere nell'atelier del noto pittore napoletano Francesco Solimena, divenne allievo dell'incisore Andreas Magliar.
Opera del Baldi, oltre la tela "Morte di Sant'Anna", è la tela dell'Annunciazione collocata sempre sull'altare maggiore della chiesa di San Gioacchino a Terlizzi.
Ecco qui la visione completa dell'opera.
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ANTONIO BALDI, La morte di sant'Anna, chiesa di San Gioacchino, Terlizzi |
Anche ad un occhio inesperto risulta evidente che il bel dipinto necessita di un urgente restauro.
Nel prossimo articolo vi illustreremo nel dettaglio per problematiche che presenta la tela del Baldi.
Tutelare il nostro patrimonio artistico significa tutelare e trasmettere la nostra fede e la nostra identità culturale, testimoniarla, comunicarla secondo linguaggi straordinari ed unici, quali sono quelli dell’arte.
Ricordiamo che per sostenere l'iniziativa di restauro è possibile fare un versamento con:
- bonifico sul conto IT 68 W 07601 04000 0000 11741709 intestato a CURIA VESCOVILE - MOLFETTA, PIAZZA GIOVENE n.4 70056 - MOLFETTA (BA) specificando la causale "ADOTTA UN'OPERA D'ARTE"
1) A questi insediamenti va aggiunto, per la storia recente, il complesso francescano della Comunità di Casa Betania.
Testo di Francesco De Nicolo
Foto gentilmente concesse dall'Ufficio Diocesano per i Beni Culturali e l'Arte Sacra; foto di Francesco De Nicolo
giovedì 17 marzo 2011
150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA A TERLIZZI
Terlizzi, orgogliosa di far parte dell'una, libera, indipendente e democratica Italia, ha organizzato un bel programma per i festeggiamenti del 150° anno della proclamazione del Regno d'Italia il cui trono fu assegnato a Vittorio Emanuele II e ai suoi successori.
La facciata neoclassica del Municipio è stata illuminata con faretti verde, bianco e rosso, rievocatori del nostro tricolore.
Nella serata di ieri il Palazzo di Città, la Pinacoteca "de Napoli" e la parrocchia Immacolata, sono rimasti aperti fino a mezzanotte per consentire ai visitatori di ammirare rispettivamente la Sala del Consiglio Comunale con gli affreschi dell'"Allegoria dell'Italia unita"; le opere preparatorie di de Napoli per la realizzazione della suddetta sala e gli ambienti della chiesa dell'Immacolata che furono anche luogo di riunione politica e luogo in cui poter votare.
In un post futuro pubblicherò le foto della Sala del Consiglio Comunale con le spiegazioni delle opere.
Ieri sera era prevista inoltre la manifestazione "I protagonisti del Risorgimento nei luoghi della memoria" a cura dei licei classico, linguistico e delle scienze umane e l'istituto agrario. La manifestazione è però saltata a data da destinarsi a causa delle avverse condizioni climatiche.
Questa mattina invece il bel tempo ha consentito di rispettare la scaletta degli eventi prevista che si è così svolta:
ore 09.00: Cerimonia dell'alzabandiera presso il Monumento dei Caduti;
ore 10.00: corteo in Corso Garibaldi e Corso Dante
ore 10.30: deposizione della corona d'alloro al Monumento dei Caduti ed esibizione del Coro della scuola elementare "P. Pappagallo". Al termine, discorso del sindaco.





Prima del rientro in Comune, la banda "Millico" ha salutato le autorità con alcuni brani del repertorio risorgimentale.


Questa sera alle ore 19.00 in piazza IV Novembre il concerto di fiati "V. G. Millico" terrà un concerto di brani così strutturato:
Vincenzo Bellini, Guerra guerra, dall’opera “Norma”
Vincenzo Bellini, Suoni la tromba e intrepido, dall’opera “I puritani”
Giuseppe Verdi, Va’ pensiero, sull’ali dorate, dall’opera “Nabucodonosor”
Giuseppe Verdi, O Signore dal tetto natio, dall’opera “Lombardi alla prima crociata”
Giuseppe Verdi, Si ridesti il leon di Castiglia, dall’opera “Ernani”
Saverio Mercadante, Chi per la patria muor vissuto è assai, dall’opera “Caritea, regina di Spagna”
Michele Novaro, Il canto degli Italiani, testo di Goffredo Mameli
Cordigliani, La bandiera tricolore, testo di Francesco Dall’Ongaro
Anonimo, Addio del volontario, testo di Carlo Alberto Bosi
Giuseppe Verdi, Suona la tromba, testo di Goffredo Mameli
Michele Novaro, Suona la tromba, testo di Goffredo Mameli
Giuseppe Verdi, Battaglia di Legnano, sinfonia
Alessio Olivieri, Inno di Garibaldi, testo Luigi Mercantini
Paolo Giorza, La bella Gigogin, testo di Anonimo
Giuseppe Verdi, Nino Rota, Valzer brillante, dalla colonna sonora del film “Il gattopardo” di Luchino Visconti
In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia il Comune di Terlizzi ha stampato degli opuscoli curati dal dott. Francesco di Palo e dal prof. Vito Bernardi che tracciano il profilo di quei cittadini terlizzesi che parteciparono al Risorgimento.

In un post futuro pubblicherò le foto della Sala del Consiglio Comunale con le spiegazioni delle opere.
Ieri sera era prevista inoltre la manifestazione "I protagonisti del Risorgimento nei luoghi della memoria" a cura dei licei classico, linguistico e delle scienze umane e l'istituto agrario. La manifestazione è però saltata a data da destinarsi a causa delle avverse condizioni climatiche.
Questa mattina invece il bel tempo ha consentito di rispettare la scaletta degli eventi prevista che si è così svolta:
ore 09.00: Cerimonia dell'alzabandiera presso il Monumento dei Caduti;
ore 10.00: corteo in Corso Garibaldi e Corso Dante
ore 10.30: deposizione della corona d'alloro al Monumento dei Caduti ed esibizione del Coro della scuola elementare "P. Pappagallo". Al termine, discorso del sindaco.
Questa sera alle ore 19.00 in piazza IV Novembre il concerto di fiati "V. G. Millico" terrà un concerto di brani così strutturato:
Vincenzo Bellini, Guerra guerra, dall’opera “Norma”
Vincenzo Bellini, Suoni la tromba e intrepido, dall’opera “I puritani”
Giuseppe Verdi, Va’ pensiero, sull’ali dorate, dall’opera “Nabucodonosor”
Giuseppe Verdi, O Signore dal tetto natio, dall’opera “Lombardi alla prima crociata”
Giuseppe Verdi, Si ridesti il leon di Castiglia, dall’opera “Ernani”
Saverio Mercadante, Chi per la patria muor vissuto è assai, dall’opera “Caritea, regina di Spagna”
Michele Novaro, Il canto degli Italiani, testo di Goffredo Mameli
Cordigliani, La bandiera tricolore, testo di Francesco Dall’Ongaro
Anonimo, Addio del volontario, testo di Carlo Alberto Bosi
Giuseppe Verdi, Suona la tromba, testo di Goffredo Mameli
Michele Novaro, Suona la tromba, testo di Goffredo Mameli
Giuseppe Verdi, Battaglia di Legnano, sinfonia
Alessio Olivieri, Inno di Garibaldi, testo Luigi Mercantini
Paolo Giorza, La bella Gigogin, testo di Anonimo
Giuseppe Verdi, Nino Rota, Valzer brillante, dalla colonna sonora del film “Il gattopardo” di Luchino Visconti
In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia il Comune di Terlizzi ha stampato degli opuscoli curati dal dott. Francesco di Palo e dal prof. Vito Bernardi che tracciano il profilo di quei cittadini terlizzesi che parteciparono al Risorgimento.
Foto, video e testo di Francesco De Nicolo
domenica 7 novembre 2010
Due appuntamenti per la settimana
Per la prossima settimana segnalo due eventi che si svolgeranno a Terlizzi:
la festa di S. Martino in Piazza Cavour organizzata dal Liceo Classico "C. Sylos" (giovedù 11 novembre)
la presentazione del libro "La corsa dell'anello" nella Biblioteca comunale (sabato 13 novembre)

la festa di S. Martino in Piazza Cavour organizzata dal Liceo Classico "C. Sylos" (giovedù 11 novembre)


*Testo e foto di Francesco De Nicolo
venerdì 1 ottobre 2010
Celebrazione in onore di S. Michele
Avant'ieri sera, mercoledì 29 settembre, alle ore 19.00 il nostro Vescovo Mons. Luigi Martella, ha celebrato nella Concattedrale, la solenne Messa in onore di San Michele Arcangelo Patrono della città di Terlizzi.
Alla solenne cerimonia hanno partecipato, gli amministratori della Confraternita di S. Giuseppe, l'Associazione femminile della Madonna del Parto, i gruppo di boy-scout e il sempre crescente numero di fedeli che ha affollato la Cattedrale.
Durante la predica, il Vescovo ha ricordato l'importanza del culto verso i tre Arcangeli, Michele ("Chi è come Dio"), Raffaele ("Medicina di Dio") e Gabriele ("Forza di Dio").
Il Vescovo ha espresso la sua opinione sull'origine del culto di S. Michele a Terlizzi: come a Roma la terribile pestilenza terminò con l'apparizione dell'Arcangelo, anche nella nostra città la peste nera cessò di mietere vittime con l'intervento di S. Michele.
E' stato ricordato anche quando, i pellegrini che si incamminavano verso il Santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo sul Gargano, si fermavano a Terlizzi per pernottare e pregare il Santo nella nostra Cattedrale.
Al termine della celebrazione Mons. Martella ha espresso il suo dispiecere per l'assenza dell'Amministrazione Comunale e delle Autorità Civili, sottolineando che negli altri paesi della diocesi, Molfetta, Ruvo e Giovinazzo, le autorità hanno partecipato a tutte le cerimonie in onore del o dei Santi Patroni.


Alla solenne cerimonia hanno partecipato, gli amministratori della Confraternita di S. Giuseppe, l'Associazione femminile della Madonna del Parto, i gruppo di boy-scout e il sempre crescente numero di fedeli che ha affollato la Cattedrale.
Durante la predica, il Vescovo ha ricordato l'importanza del culto verso i tre Arcangeli, Michele ("Chi è come Dio"), Raffaele ("Medicina di Dio") e Gabriele ("Forza di Dio").
Il Vescovo ha espresso la sua opinione sull'origine del culto di S. Michele a Terlizzi: come a Roma la terribile pestilenza terminò con l'apparizione dell'Arcangelo, anche nella nostra città la peste nera cessò di mietere vittime con l'intervento di S. Michele.
E' stato ricordato anche quando, i pellegrini che si incamminavano verso il Santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo sul Gargano, si fermavano a Terlizzi per pernottare e pregare il Santo nella nostra Cattedrale.
Al termine della celebrazione Mons. Martella ha espresso il suo dispiecere per l'assenza dell'Amministrazione Comunale e delle Autorità Civili, sottolineando che negli altri paesi della diocesi, Molfetta, Ruvo e Giovinazzo, le autorità hanno partecipato a tutte le cerimonie in onore del o dei Santi Patroni.
*Foto e testo di Francesco De Nicolo
lunedì 27 settembre 2010
L'impronta della mano della Madonna
In una stradina del nostro centro storico (vico Michele de Napoli), alle spalle dell'antico castello normanno, oggi mercato coperto Lioy, c'è una delle testimonianze divine che la tradizione popolare ci racconta essere l'impronta lasciata della Madonna del Rosario durante la processione che liberò Terlizzi dal flagello della pestilenza.
Non possiamo stabilire con oggettività che quella sul muro sia realmente l'impronta della Madonna, ma mi piace pensare che in questo vico della mia città, la nostra adorata Madonna posò veramente la sua candida mano e con il suo dolce sguardo materno appia impresso le dita nella pietra, imprimendo allo stesso tempo, nelle menti ogni terlizzese, quel memorabile e storico evento che noi ancora oggi, dopo 371 anni, ricordiamo rinnovando con gratitudine immensa il ringraziamento per quell'atto di pietà concesso agli avi.

Non possiamo stabilire con oggettività che quella sul muro sia realmente l'impronta della Madonna, ma mi piace pensare che in questo vico della mia città, la nostra adorata Madonna posò veramente la sua candida mano e con il suo dolce sguardo materno appia impresso le dita nella pietra, imprimendo allo stesso tempo, nelle menti ogni terlizzese, quel memorabile e storico evento che noi ancora oggi, dopo 371 anni, ricordiamo rinnovando con gratitudine immensa il ringraziamento per quell'atto di pietà concesso agli avi.

giovedì 23 settembre 2010
Breve storia della Madonna del Rosario a Terlizzi
La più recente iconografia raffigura la Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caternina da Siena inginocchiati nell'atto di ricevere la corona del SS. Rosario. Ma la Madonna del Rosario che viene venerata a Terlizzi è nelle vesti di Regina delle Vittorie.
Questo titolo venne conferito alla Vergine da Papa Pio V che Le attribuì la grande vittoria nella battaglia navale di Lepanto avvenuta il 7 ottobre 1571 tra la coalizione cristiana composta dalla Serenissima, dalla Spagna e dallo Stato della Chiesa contro l'Impero Ottomano.
E ogni anno, proprio il 7 ottobre, si celebra la liturgia della Madonna del SS. Rosario Regina delle Vittorie.
Soli 24 anni dopo dall'istituzione della solennità della Vergine del Rosario, a Terlizzi, il Maestro Generale dell'Ordine dei Predicatori aveva già intenzione di fondare nella nostra città una confraternita rosariana.
Però, solo il 4 dicembre 1639 la Confraternita venne ufficialmente eretta nella chiesa di Santa Maria la Nova dei frati Osservanti e da quel momento in poi rimase legata in modo indissolubile alla Madonna titolare e nostra Patrona. Emerge limpidamente dal contesto dell’atto notarile l’incisiva spettacolarità di cui si volle circondare l’evento dell’istituzione canonica della nuova confraternita intestata alla Madonna del Rosario, Regina delle Vittorie, che nell’intenzione delle autorità religiose interessate doveva chiudere una dolorosa parentesi per la comunità ecclesiale, ancora scioccata, quasi da incubo, da tante esperienze negative di quegli anni.
Per quell'occasione la confraternita fece erigere nella chiesa conventuale un altare con relativa pala.

Una fastosa cornice lignea racchiude una tela attribuita al napoletano Giuseppe Tomaioli (doc. 1730 - 1772). Essa raffigura la Madonna del SS. Rosario con (in senso antiorario) Santa Rosa da Viterbo, San Domenico, San Francesco, Santa Caterina da Siena. Sui due lati lunghi della tela e su quello superiore, sono rappresentate i XV misteri del rosario. In basso invece è rappresentata la battaglia di Lepanto.
La tradizione popolare ci racconta che durante una processione della statua della Madonna del Rosario ci fu l'improvvisa cessazione della peste (probabilmente quella del 1656). Lo storico locale Marinelli-Giovine racconta "per dove passava, gli infermi sanavano".
Sempre la tradizione popolare ci racconta un'altro aneddoto: nell'angusto passaggio del vicoletto a ridosso dell'attuale mercato coperto Lioy (l'antico castello normanno), la mano della Vergine abbia toccato il muro lasciandovi impresso il segno.
Quando i frati Osservanti vennero cacciati dalla loro chiesa, il titolo mariano e la confraternita furono costretti a sloggiare e a trasferirsi dapprima chiesa della Madonna del Carmine (distrutta) poi, dal 1824 al 1844 nella chiesa di S. Bartolomeo (oggi S. Giuseppe) poi ancora, dal 1844 nella chiesa di S. Francesco Saverio (oggi Madonna di Costantinopoli).
Nel 1862 la confraternita si dotò finalmente di un proprio oratorio costruendolo su una piccola porzione di terreno acquistata dalla Confraternita della Morte.
Tornò quindi la confraternita a riappropriarsi dell’antica simpatia devozionale del popolo per la Madonna del Rosario e della generosità di molti devoti, che le permisero, nel 1932, di poter ingrandire la chiesa spostandone l’ingresso dal portale di Anseramo da Trani, al fronte adiacente alla chiesa del Purgatorio.

E così oggi Terlizzi festeggia la sua amata patrona il primo sabato, domenica e lunedì di ottobre celebrandola con una solenne novena, un solenne triduo, la processione del sabato sera dal Santuario a Lei instestato verso la Cattedrale, la processione della domenica mattina per il centro storico della città e la processione del lunedì sera, su un caratteristico carro floreale, dalla Cattedrale fino al Santuario.

Questo titolo venne conferito alla Vergine da Papa Pio V che Le attribuì la grande vittoria nella battaglia navale di Lepanto avvenuta il 7 ottobre 1571 tra la coalizione cristiana composta dalla Serenissima, dalla Spagna e dallo Stato della Chiesa contro l'Impero Ottomano.
E ogni anno, proprio il 7 ottobre, si celebra la liturgia della Madonna del SS. Rosario Regina delle Vittorie.
Soli 24 anni dopo dall'istituzione della solennità della Vergine del Rosario, a Terlizzi, il Maestro Generale dell'Ordine dei Predicatori aveva già intenzione di fondare nella nostra città una confraternita rosariana.
Però, solo il 4 dicembre 1639 la Confraternita venne ufficialmente eretta nella chiesa di Santa Maria la Nova dei frati Osservanti e da quel momento in poi rimase legata in modo indissolubile alla Madonna titolare e nostra Patrona. Emerge limpidamente dal contesto dell’atto notarile l’incisiva spettacolarità di cui si volle circondare l’evento dell’istituzione canonica della nuova confraternita intestata alla Madonna del Rosario, Regina delle Vittorie, che nell’intenzione delle autorità religiose interessate doveva chiudere una dolorosa parentesi per la comunità ecclesiale, ancora scioccata, quasi da incubo, da tante esperienze negative di quegli anni.
Per quell'occasione la confraternita fece erigere nella chiesa conventuale un altare con relativa pala.
Una fastosa cornice lignea racchiude una tela attribuita al napoletano Giuseppe Tomaioli (doc. 1730 - 1772). Essa raffigura la Madonna del SS. Rosario con (in senso antiorario) Santa Rosa da Viterbo, San Domenico, San Francesco, Santa Caterina da Siena. Sui due lati lunghi della tela e su quello superiore, sono rappresentate i XV misteri del rosario. In basso invece è rappresentata la battaglia di Lepanto.
La tradizione popolare ci racconta che durante una processione della statua della Madonna del Rosario ci fu l'improvvisa cessazione della peste (probabilmente quella del 1656). Lo storico locale Marinelli-Giovine racconta "per dove passava, gli infermi sanavano".
Sempre la tradizione popolare ci racconta un'altro aneddoto: nell'angusto passaggio del vicoletto a ridosso dell'attuale mercato coperto Lioy (l'antico castello normanno), la mano della Vergine abbia toccato il muro lasciandovi impresso il segno.
Quando i frati Osservanti vennero cacciati dalla loro chiesa, il titolo mariano e la confraternita furono costretti a sloggiare e a trasferirsi dapprima chiesa della Madonna del Carmine (distrutta) poi, dal 1824 al 1844 nella chiesa di S. Bartolomeo (oggi S. Giuseppe) poi ancora, dal 1844 nella chiesa di S. Francesco Saverio (oggi Madonna di Costantinopoli).
Nel 1862 la confraternita si dotò finalmente di un proprio oratorio costruendolo su una piccola porzione di terreno acquistata dalla Confraternita della Morte.
Tornò quindi la confraternita a riappropriarsi dell’antica simpatia devozionale del popolo per la Madonna del Rosario e della generosità di molti devoti, che le permisero, nel 1932, di poter ingrandire la chiesa spostandone l’ingresso dal portale di Anseramo da Trani, al fronte adiacente alla chiesa del Purgatorio.
E così oggi Terlizzi festeggia la sua amata patrona il primo sabato, domenica e lunedì di ottobre celebrandola con una solenne novena, un solenne triduo, la processione del sabato sera dal Santuario a Lei instestato verso la Cattedrale, la processione della domenica mattina per il centro storico della città e la processione del lunedì sera, su un caratteristico carro floreale, dalla Cattedrale fino al Santuario.
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