mercoledì 26 giugno 2013

Lequile: un paese sotto la protezione di San Vito

Il simulacro di San Vito con
San Modesto e Santa Crescenza
Il culto per San Vito è attestato in Italia sin dalla fine del V secolo e ben undici comuni italiani invocano il  "piccolo grande Santo" quale loro patrono. Tra questi comuni vi è anche Lequile, paese di poco più di 8.000 abitanti nel leccese.

La comunità di Lequile festeggia il suo patrono San Vito in tre date diverse:
- il 13 febbraio: "Festa del Patrocinio" o "Santu Itu Piccinnu";
- il martedì di Pasqua: "Festa della traslazione della reliquia" o "Santu Itu Menzanu";
- la IV domenica di giugno: "Festa del Santo Patrono" o "Te Santu Itu ranne".

La festa in onore di San Vito per la Chiesa universale si celebra il 15 giugno, ma Lequile, da molti secoli, celebra i solenni festeggiamenti in onore del Santo Patrono la quarta domenica di giugno. Nella Visita Pastorale del 1695 del vescovo Pappacoda si legge che: "...si celebra la festa nella domenica seguente il 15 di giugno, durante la quale il clero canta i primi e i secondi vespri e la Messa solenne".
Il 14 di giugno a sera il Capitolo dei sacerdoti al completo con numerosi fedeli portava la statua processionalmente dalla chiesa Matrice a quella del Santo ove si celebravano i solenni festeggiamenti: il sabato a sera, vigilia della quarta domenica di giugno, con numeroso concorso di fedeli si svolgeva la processione con il simulacro del Santo e con la reliquia del sangue per le vie della cittadina. La domenica di buon mattino il suono festoso delle campane richiamava i fedeli a vivere con gioia e letizia il giorno di festa. Si partecipava ad una santa Messa, alla benedizione e poi ci si recava alla fiera. La festa patronale infatti era religiosa, ma anche civile con pubblico riconoscimento da parte delle autorità governative del tempo. 
In seguito, poiché la fiera e la festa religiosa si celebravano nel medesimo giorno anche in altri paesi non molto lontani come a Carmiano, a Castri e a Roca, le autorità del tempo ottennero che la festa patronale con la fiera si celebrasse a Lequile la quarta domenica di giugno. Con sovrano decreto del 4 ottobre 1834 Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, autorizzava l'istituzione di "una fiera annuale nella quarta domenica di giugno e nel sabato precedente".
In otto giorni di fiera e di festa religiosa mentre il clero si occupava delle sole funzioni religiose, le autorità civili si occupavano della raccolta delle offerte per organizzare i festeggiamenti religiosi e civili.Ogni anno infatti il Parlamento generale eleggeva il 15 giugno "i nuovi Procuratori per la Cappella di San Vito" con l'incarico di amministrare i beni della Cappella e di organizzare i festeggiamenti in onore del protettore del paese.
Risulta infatti che i devoti di San Vito avevano donato alla Cappella di San Vito dei fondi di oliveti o seminativi il cui affitto riscosso dal Comune doveva essere impiegato o per il culto in onore di San Vito o per la manutenzione della chiesa.
La devozione verso San Vito superava i confini del vasto feudo di Lequile. 
Fedeli devoti, a piedi, dai paesi limitrofi, venivano nella chiesa di San Vito per sciogliere qualche voto o per chiedere al Santo adolescente delle grazie particolari. Era consuetudine che le mamme vestissero i loro figli con l'abitino di San Vito e li portassero in chiesa; questi camminando con le ginocchia sul pavimento si recavano fino ai piedi della statua del Santo per chiedere la guarigione della propria creatura e la sua potente intercessione.
Così P. Bonaventura descrive la festa in modo enfatico: "Concorre il giorno festivo gran gente per vedere gli onori, che fa questo suo gran titolare. Porta in processione colla statua del Santo, quella di Modesto e Crescentia. [...] Ha per costume il giorno festivo portare in processione il Venerabile, e collocarlo nell'Altare del Santo; tutto per alludere al suo bel Nome".
Anche ai nostri giorni si continua a constatare questo vivo risveglio devozionale verso San Vito. Quando arriva la quarta domenica di giugno tutti i lequilesi e moltissimi devoti dei paesi della provincia si recano nella chiesa di San Vito per pregare ai piedi della statua e chiedere grazie per l'intercessione del Santo adolescente. Sempre affollate sin dal primo mattino sono le diverse Messe, come anche la processione del sabato sera che richiama una grossa partecipazione di devoti che, ordinati e raccolti, vanno dietro alla statua del Santo che viene portata a spalla dal gruppo "Amici di San Vito".
La festa grande del mese di giugno era caratterizzata, com'è tuttora, dalla fiera - mercato che si svolgeva nei pressi della chiesa di San Vito. Inizialmente il 15 giugno insieme alla festa liturgica si organizzava un'importante fiera di animali.
La fiera richiedeva ogni anno una attenta organizzazione per far svolgere con regolarità ogni attività di mercato. Oltre all'affluire di molta gente dai paesi circostanti si conducevano animali da pascolo, da lavoro, da cortile che occupavano ampi spazi e campi nei dintorni della chiesa di San Vito. Numerosi artigiani dei paesi vicini si portavano a Largo San Vito ed esponevano su modeste bancarelle strumenti e attrezzi da lavoro, prodotti nelle loro botteghe.
Nei secoli scorsi la fiera durava otto giorni e tutto avveniva sotto la sorveglianza e l'autorità di un "maestro del mercato". Questi veniva nominato dall'autorità regia che sceglieva tra una terna di nomi che venivano presentati dal Sindaco su mandato dell'Università di Lequile. Di compravendita in quei giorni ce n'era tanta. Ognuno cercava di fare i suoi interessi. Si vendevano vitellini e maialetti; pecore e agnelli o altri animali da cortile. Qualcuno si impegnava a comprare il cavallo o qualche buon aratro o traino. 
Nessuno dalla fiera se ne tornava a mani vuote. Non si andava via senza ancora una volta aver attinto con il secchio un po' di acqua dal pozzo di San Vito, acqua che serviva per abbeverare gli animali e per riempire le borracce o gli "ramili"  per dissetarsi lungo la strada o per portarla a casa, quale prolungamento della devozione e della benedizione di San Vito.
Verso la metà del secolo scorso la Fiera ha perduto l'antica importanza ed è stata ridotta a un semplice mercato. Ancora oggi la Fiera viene aperta simbolicamente il sabato mattina, vigilia della Festa. Il sindaco, gli amministratori, le autorità civili e religiose preceduti dal gonfalone partono dal palazzo municipale e si recano a Largo San Vito, accompagnati dalla banda. Qui, al suono dell'Inno Nazionale, viene issata la bandiera tricolore in cima alla facciata della chiesa dando così ufficialmente inizio alla fiera - mercato.
In realtà la fiera si svolge solo la domenica mattina: quasi tutti gli abitanti di Lequile e molta gente dei paesi vicini si reca al mercato e gira attraverso le numerosissime baracche dei commercianti che espongono in modo più abbondante quelle mercanzie che troviamo nei comuni mercati settimanali. Si conserva comunque una tradizione e... un buon giro d'affari.
I festeggiamenti in onore del santo, quest’anno sono caduti i giorni 22-23-24 giugno ,  in cui sono stati notevoli l’impegni del comitato per rivivere nuove a vecchie tradizioni , ha animato le serate con diversi gruppi musicali e comici , con le meravigliose luminarie hanno addobbato le strade del centro storico e infine con spettacoli pirotecnici che hanno allietato la serata . 

Chiesa di San Vito


San Modesto

Santa Crescenza


Organo della chiesa di San Vito
Reliquiario col sangue di San Vito




Testo e foto di Alessio Marenaci

mercoledì 19 giugno 2013

"Il Giglio di Lisbona" - Festa di Sant'Antonio da Padova a Molfetta

Domenica 16 giugno si è svolta a Molfetta la festa esterna di uno dei Santi più seguiti e amati dalla popolazione, Sant'Antonio da Padova.
Nella piccola chiesetta di Sant'Andrea nel centro storico cittadino, a cura della Confraternita di Sant'Antonio, si venera un bel simulacro ligneo, recentemente restaurato e ancora di autore ignoto, del Santo che regge sulla sua destra il Bambinello, e con la sinistra un giglio, il classico simbolo che rappresenta la purezza, due attributi che ricorrono frequentemente nella tradizionale iconografia del Santo padovano.

La festa esterna è preceduta dalla solenne Tredicina in onore del Santo, che inizia il 31 maggio, per culminare poi con la festa liturgica il 13 giugno quando, in ricordo della carità che caratterizzava il giovane frate francescano, viene distribuito a tutti i fedeli che hanno partecipato alla S. Messa, il pane benedetto di Sant'Antonio.

La domenica successiva alla festa liturgica, si svolge la processione, partecipata e sentita, con il simulacro del Santo per le vie cittadine, iniziata alle 18.00 e terminata poco prima delle 22.00.
Vi proponiamo un ricco reportage, dalla processione presso il Borgo fino alla ritirata nella chiesa di Sant'Andrea.

Simulacro di Sant'Antonio esposto per la Tredicina in suo onore



Medaglione riproducente Sant'Antonio da Padova sull'abito confraternale







 









 



"O dei miracoli inclito Santo
dell’alma Padova, Tutela e vanto,
benigno guardami prono ai tuoi piè
o Sant’Antonio prega per me!"




















 





























"Per te d’angustia esce l’afflitto
trova ricovero il derelitto,
col pane al povero doni la fé

o Sant’Antonio prega per me!"



Testo di Maria Cristina Roselli
Foto di Maria Cristina Roselli e Francesco De Nicolo
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