Martedì 1 novembre, alle ore 19.30, nella suggestiva cornice della Cattedrale di Bitonto si terrà la Conferenza-Concerto “Michele Carelli, una vita per la musica”, promossa e organizzata dalla Confraternita di Santa Maria della Misericordia dall’Associazione Musicale “Davide delle Cese”, con il patrocinio del Comune di Bitonto e la collaborazione dell’Associazione Culturale “Passionem Tradere”, la confederazione “Passio Domini Cumpassio Mariae”, l’Associazione Internazionale “La veste rossa”, “Settimana Santa in Puglia” e Bitontotv. L’evento si inserisce all’interno delle manifestazioni per il 1° centenario della morte del grande maestro bitontino Michele Carelli, “cantore del dolore”,le cui marce funebri contribuiscono a rendere suggestivi e carichi di fede i riti della Settimana Santa a Bitonto ( la processione dei Misteri all’alba del Venerdì Santo organizzata dall’Arciconfraternita di Maria SS. del Rosario, e in serata, la processione di “gala” organizzata dall’Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio). Michele Carelli nacque a Bitonto il 6 gennaio 1838 da Giovanni Carelli, insegnante di scienze naturali e medico, ed Angela Lisi. Ricevette una solida educazione umanistica, ma alla musica dedicò tutta la sua vita, muovendo i primi passi sotto la guida di Francesco Ventafridda, al cui ricordo restò legato per tutta la sua esistenza. A soli quattordici anni ebbe accesso al Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli. Dopo tre anni, però, a causa della morte prematura del padre, fu costretto a tornare nel suo paese natale per occuparsi della numerosa famiglia. A Bitonto ricoprì incarichi prestigiosi e la sua fama si diffuse rapidamente, nonostante il suo carattere schivo lo portasse a rifiutare lodi ed onori, pago solo di vivere per la sua arte. Nel 1863 venne eletto Confratello di Santa Maria del Suffragio e nel '69 sposò donna Maria Bisceglie. La sua vita fu segnata da un susseguirsi di sofferenze e di dolori: il più grande fu la perdita dell’amata moglie, che lo lasciò nel 1873 vedovo con tre figli piccoli da accudire. Nei suoi confronti nutrì grande dedizione per tutta la vita tanto da rifiutare categoricamente la possibilità di risposarsi. Un'inaudita tristezza si impossessò di lui, pur essendo ricordato come padre esemplare e non lo abbandonò mai nemmeno nella vecchiaia, quando restò quasi cieco a causa dello sforzo eccessivo dei suoi occhi sugli spartiti. Questo suo stato d'animo si coniugò con la sua arte, che divenne sublime nella composizione delle stupende marce funebri, affidate all'esecuzione della sua banda dal 1878 al 1891. Opere scritte appositamente per cantare la Passione di Cristo nelle lunghe ore del Venerdì Santo, come se facesse proprie le sofferenze di Nostro Signore. Potrebbe destare curiosità il fatto che la composizione di queste Marce Funebri, cronologicamente, non segue la numerazione progressiva del repertorio eseguito dai concerti bandistici bitontini. Ad esempio, nel 1878 fu composta la n. 9 come prima marcia e la numero 1 fu scritta solo due anni dopo. Questo perché, probabilmente, come il professor Giuseppe Moretti ha ipotizzato, le quattordici marce corrispondono alle quattordici stazioni della Via Crucis, e di conseguenza il maestro ne componeva per ciascuna una diversa, a seconda della sua ispirazione.Ma queste marce, che per la loro stessa natura possono considerarsi inni dolorosi, musica da chiesa prima ancora che da piazza e da processione, non sono le sue uniche composizioni. Esiste un gran numero di opere che andrebbero studiate e riproposte alle nuove generazioni. La produzione di musica sacra aveva avuto inizio sin dal 1870 quando compose per banda la messa” Domine Deus, qui tollis peccata mundi” e l'anno successivo "Le sette ultime parole di Cristo", per tre voci e armonium. Per tutti gli anni '70 dell'800 continuò a scrivere numerose composizioni religiose in veste di responsabile principale della liturgia dei canti e della musica sacra nella Cattedrale. Ebbe numerosi allievi, tra i quali spiccano senza dubbio altri illustri musicisti bitontini, in un periodo veramente fecondo per la tradizione musicale: Biagio Abbate, Pasquale La Rotella e lo stesso Francesco Vacca che lo affiancò nella direzione del suo Concerto Bandistico negli ultimi anni a partire dal 1898 fino al 1910. Michele Carelli morì il 14 gennaio 1911 e la sua salma fu vegliata in Cattedrale da quanti lo amarono. La messa funebre fu accompagnata dalla Schola Cantorum della Basilica di S. Nicola di Bari, diretta dal suo allievo e ottimo compositore Pasquale La Rotella. (note biografiche tratte dal sito
www.bitontotv.it ).
Dopo i saluti di benvenuto del dott. Raffaele Valla, sindaco di Bitonto, del Senatore Giovanni Procacci, del Priore della Confraternita di S. Maria della Misericordia, dott. Andrea Lovascio, e del presidente dell’Associazione Musicale “Davide delle Cese”, Giuseppe Desantis, il prof. Stefano Milillo (direttore della Biblioteca diocesana) parlerà di Bitonto ai tempi di Carelli; infine il M° Paolino Addesso, docente di strumentazione per banda presso il Conservatorio “San Pietro a Maiella” di Napoli, parlerà delle marce funebri IX,X,XI del maestro. A concludere la conferenza i ringraziamenti del dott. Alessio Gaudimundo, presidente dell’Associazione “Passionem Tradere”. Dopo la conferenza sarà eseguita la marcia funebre n° XI del maestro Carelli, a cura dell’Orchestra Sinfonica di Fiati “Davide delle Cese”, diretta dal M° Vito Vittorio Desantis, e sarà presentato il primo cd del cofanetto contenente le prime 3 marce funebri composte dal maestro. Inoltre, all’interno dell’Episcopio sarà predisposta una cartolina tematica con relativo annullo filatelico di Poste Italiane per il giorno 1 Novembre, dalle ore 16.30 alle 21.00. Un evento da non perdere per gli appassionati di marce funebri e settimana santa !
Testo e foto di Domenico Ferrovecchio
Nessun commento:
Posta un commento
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.