lunedì 23 agosto 2010

Degrado della Via Appia Traiana

Terlizzi ha avuto la fortuna di essere uno dei paesi della Puglia ad essere attraversata nel suo territorio da quella che forse è la più famosa delle antiche strade romane: la via Appia.
A segnalare agli antichi viaggiatori la direzione da seguire per raggiungere il territorio di "inter licius" (Terlizzi), c'erano due portali che ancora oggi è possibile ammirare.
Ma lo scenario che si presenta agli occhi non è tra i migliori.
La via Appia a Terlizzi versa in un nefando stato di abbandono e degrado come testimoniano queste foto da me scattate durante una passeggiata in bicicletta.

Qui sopra il primo dei portali, il cosiddetto arco di Pisciniello, sulla cosiddetta strada dei "portoni" che mena sulla via Appia Traiana. Come potete vedere, la vestige romana non è stata risparmiata dalle imbrattature sconsiderate dei writers.


Proseguendo sulla "via dei portoni" si raggiunge il secondo arco che si trova proprio adiacente alla strada romana.

Un cartello fissato dal Comune con una didascalia illustrata da il benvenuto ai pochi visitatori.
Ma inquietanti su di esso si notano due fori....


la via Appia Traiana e una pietra miliare



Dall'altro capo della strada vi è un altro cartello posto a rendere nota la "pulizia del primo lotto".
Potete vederlo da voi in quale stato di degrado riversa il cartello: mezzo bruciato e con ben quattro fori di proiettile...

Proseguendo sulla via Appia in direzione Cesano, ecco che troviamo una discarica abusiva di pneumatici...


Continuando sempre sulla via Appia, poco prima di girare per il Santuario di Cesano, ecco un rudere completamente abbandonato e privo di qualsiasi recinzione per impedire i curiosi di entrarvi...

Sono anni ormai che si parla di riqualificazione della Via Appia Traiana, ma come potete ben vedere, anche se qualcosa è stato fatto, prontamente "qualcuno" ha operato affinché il lavoro svolto fosse cancellato. E riecco quindi discariche abusive e persino inquietanti segni del passaggio della malavita.

*Testo e foto di Francesco De Nicolo

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