martedì 7 dicembre 2010

Intervista a don Pasquale Rubini

Intervista a don Pasquale Rubini per il blog “Voci e colori del sud”.

Il giorno 4 dicembre, io e Damiano de Gennaro, ci siamo recati alla parrocchia S. Bernardino di Molfetta per intervistare il parroco don Pasquale Rubini.

Damiano; Francesco

Don Pasquale


Damiano: Sappiamo che è di Ruvo, quindi vogliamo farle alcune domande su Ruvo e le sue tradizioni. Iniziamo con un po’ di storia generale della città.

Don Pasquale: Beh io so che Ruvo è un paese antichissimo come dimostrato da delle scoperte di età molto antica, età precedenti a quella greca e romana. È stata una città della Magna Grecia, poi città Romana ed è stata una delle prime città ad accogliere il cristianesimo. Penso che tutto questo venga testimoniato dalla presenza del Museo Jatta, uno dei musei più belli di Puglia. Ricordo che Ruvo era anche una città della Peucetia e infatti c’è anche una via dedicata alla Peucetia. Quindi una città molto antica che conserva una ricchezza storica non indifferente.


Damiano: Quali sono le più importanti feste ruvesi?

Don Pasquale: Beh le feste ruvesi sono legate sicuramente alla tradizione religiosa in particolare la Festa Patronale e la Festa dell’Ottavario che ricorda l’episodio in cui il Conte Carafa fece un gesto sacrilego durante la processione del Corpus Domini e in gesto di riparazione fu rifatta la processione dopo otto giorni, l’Ottavario appunto. Poi c’è la Settimana Santa, molto molto sentita; poi oltre il Natale, oltre l’Immacolata, c’è Santa Lucia. La Festa del Santo Patrono, San Biagio, il 3 febbraio è un’altra festa molto sentita dai ruvesi. Insomma feste religiose soprattutto.


Damiano: E secondo lei a quale di queste feste sono legati maggiormente?

Don Pasquale: Mah, io penso che siano legati innanzi tutto e tanto alla Festa dell’Ottavario però c’è anche una bella partecipazione per i riti della Settimana Santa.


Francesco: Al pari di Molfetta quindi anche a Ruvo la Settimana Santa è molto sentita. Può farci una visione generale e storica della Settimana Santa ruvese?

Don Pasquale: La Settimana Santa è legata soprattutto alle Confraternite. Ci sono confraternite come quella di San Rocco risalenti addirittura al ‘500. Le processioni però sono nate a fine ‘800 o almeno quella della Pietà e quella degli Otto Santi ai primi del ‘900. Quindi, per quanto riguarda i riti e le celebrazioni, essi sono antichissimi e legati alle confraternite, ma per quanto riguarda le processioni, queste sono più recenti ma comunque molto molto sentite.


Francesco: Secondo la sua opinione, qual è nella diocesi la Settimana Santa più emozionante?

Don Pasquale: (risata) Questa è una domanda un po’ compromettente…Allora…Io ho vissuto sia la Settimana Santa di Ruvo che quella di Molfetta, che sono entrambe molto belle. Però io vedo una partecipazione diversa… magari quelle di Ruvo sono un pochino più composte, più sentite, più partecipate nella preghiera e nel silenzio. Quella molfettese pure essendo molto bella, se si facesse più silenzio, sarebbero veramente il massimo.


Francesco: E qual è la Festa Patronale più bella?

Don Pasquale: Beh…la Madonna dei Martiri. Perché sicuramente è una festa sentita, un bagno di popolo e si sente proprio il calore del popolo molfettese e anche dei dintorni. Ma devo dire che forse sono le feste Mariane quelle molto sentite: penso alla festa di Giovinazzo della Madonna di Corsignano, anche lì c’è molta gente, e a Terlizzi, forse più che la festa del carro, la festa del 23 aprile, quando l’icona della Madonna viene portata fino a Sovereto ma anche la bella festa del Rosario in ottobre con tanta partecipazione e tanta fede.


Francesco: Quali sono le Confraternita di Ruvo?

Don Pasquale: Allora, la Confraternita di S. Rocco, la Confraternita del Purgatorio, L’Arciconfraternita del Carmine e poi la Confraternita della Purificazione-Addolorata. Sono quattro.


Damiano: Ci sono particolari tradizioni natalizie a Ruvo?

Don Pasquale: Beh, oltre i canti e i dolci tipici, comuni anche qui a Molfetta, ci sono anche i presepi. Il giorno della Vigilia c’è la Messa e la veglia della mattina. Si usa andare alla piazza del pesce per comprare il cosiddetto “capitone”, quest’anguilla che io non ho mai mangiato (risate).


Damiano: Qual è secondo lei la chiesa più bella di Ruvo?

Don Pasquale: Allora, la Concattedrale è una chiesa bellissima, però ho un fascino particolare per la chiesa di S. Domenico.


Damiano: E nella diocesi?

Don Pasquale: è difficile dire… Affettivamente sono molto legato alla Cattedrale di Molfetta, però nella diocesi penso alla Concattedrale di Ruvo o al Duomo di Molfetta o anche la Madonna dei Martiri, ma anche la Concattedrale di Giovinazzo. È un po’ difficile dire qual è la chiesa più bella.


Francesco: Cosa ne pensa delle tradizioni e della fede terlizzese?

Don Pasquale: Le tradizioni terlizzesi io le ho conosciute in quanto sono stato a Terlizzi per un po’ di tempo. Per quanto riguarda la fese, i terlizzesi hanno una fede molto viva, soprattutto un grande amore verso la Madonna, sia per la Madonna di Sovereto che per la Madonna del Rosario. Le tradizioni sono legate soprattutto a queste due feste. La Madonna di Sovereto mi pare che esca ben cinque volte in processione, e al di là del grande carro, c’è una fede popolare verso Maria. Poi c’è la festa della Madonna del Rosario che è molto religiosa, molto bella e molto sentita. Quindi un popolo che ha una grande fede, soprattutto mariana.


Francesco: Cosa ne pensa dei recenti roghi che hanno scosso la comunità terlizzese?

Don Pasquale: Io penso che siano un grande sacrilegio nei confronti della fede, della storia, delle tradizioni di questo popolo. Non c’è motivazione per spingere qualsiasi persona a fare un gesto del genere. Non c’è sicuramente motivazione buona, né cattiva; perché non si può! Così si viene meno al senso civico, alla propria fede, alla propria tradizione; non si è veri figli di Terlizzi e neanche persone degne di essere chiamate così.


Damiano: Sappiamo che era molto affezionato alla parrocchia S. Achille. Com’è stato dover lasciare quella comunità?

Don Pasquale: Lo devo confessare, è stato difficile perché mi ero molto legato alle persone, ai luoghi, alle situazioni e soprattutto ai giovani di quella comunità. Ma anche se ho sentito il distacco umano, ho guardato la cosa con gli occhi del Signore che mi ha chiamato ad un altro compito. Conservo comunque nel cuore bellissimi ricordi e rimane con loro una bellissima amicizia.


Damiano: è felice di essere diventato parroco della parrocchia S. Bernardino?

Don Pasquale: Io sono felicissimo di stare qui a San Bernardino perché ho trovato tantissima brava gente, tantissimi bravi ragazzi. L’essere parroco è un dono che Gesù e la Chiesa mi hanno affidato e sono felice di esserlo. Spero tanto di essere un bravo parroco.


Damiano: Cosa pensa della devozione verso l’Immacolata Concezione della nostra comunità?

Don Pasquale: Che è una cosa grandiosa vedere tanta gente che canta con tutto il cuore, con tutta la voce verso la Madonna. Questo mi riempie di tanta commozione. Forse è vero che il titolo mariano dell’Immacolata non è il più grande, però sicuramente è il più bello. Il più bello perché ci rimanda alla purezza, alla bellezza. Poi vedere piccoli, giovani, grandi, anziani vicini alla Madonna, è molto consolante. Ed è un vero invito alla speranza, alla speranza che forma le generazioni ed è un grande punto di riferimento.


Damiano: Cosa di potrebbe fare per migliorare questa parrocchia?

Don Pasquale: Faccio un discorso innanzitutto spirituale: sicuramente avvicinarsi di più al Signore e praticare di più il Vangelo. Poi sicuramente ci sono tante potenzialità, tante ricchezze e quindi la cosa più bella è stare più insieme e volerci bene veramente, lasciando stare tutte quelle cose che non piacciono o non vanno bene; creare una vera comunione.


Damiano: A quanti anni ha sentito la vocazione?

Don Pasquale: Da quando ero piccolo, forse già dalla scuola media. Poi man mano che camminavo con l’età la sentivo sempre più forte fino a quando presi la decisione di entrare in Seminario Regionale.


Damiano:Il sogno nel cassetto?

Don Pasquale: Il sogno nel cassetto è che tanti giovani possano seguire la strada di Gesù e tra questi ci siano giovani coraggiosi che sappiano dire di sì al Signore per seguirlo nella via del sacerdozio e della vita consacrata.


Francesco: Cosa ne pensa della nostra iniziativa?

Don Pasquale: Beh, che siete grandi (risate). Siete bravi, e quindi che non è vero che i giovani pensano solamente che so, ad andare di qua e di là; ma in loro c’è anche un grande spirito di ricerca, di sapere di formazione, di cultura, per creare una grande rete di comunione. E quindi vi ringrazio anche per questa intervista.

Damiano; Francesco: Grazie

Don Pasquale: A voi.

Ringrazio ancora una volta don Pasquale per averci concesso questa intervista.
Testo di Francesco De Nicolo; collaborazione di Damiano de Gennaro
Foto tratte da internet

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