giovedì 16 agosto 2012

La devozione a San Rocco a Bitonto

Il giorno 16 agosto la Chiesa festeggia San Rocco da Montpellier. Le fonti su di lui sono poco precise e rese più oscure dalla leggenda. Secondo la tradizione, il Santo nacque a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed  morì a Voghera fra il 1376 ed il 1379 molto giovane a non più di trentadue anni di età. In pellegrinaggio diretto a Roma dopo aver donato tutti sui beni ai poveri, si sarebbe fermato a ad Acquapendente, dedicandosi all'assistenza degli ammalati di peste e facendo guarigioni miracolose che diffusero la sua fama. Peregrinando per l'Italia centrale si dedicò ad opere di carità e di assistenza promuovendo continue conversione. Sarebbe morto in prigione, dopo essere stato arrestato presso Angera da alcuni soldati perché sospettato di spionaggio. Invocato nelle campagne contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali, il suo culto si diffuse straordinariamente nell'Italia del Nord, legato in particolare al suo ruolo di protettore contro la peste. Tutt'ora è protettore di  malati infettivi, invalidi, prigionieri e il suo culto è molto diffuso in Puglia, in cui è patrono di molte città (Locorotondo, Valenzano, Casamassina, Toritto, Noci, solo per citarne alcune). Anche nella città di Bitonto, San Rocco è annoverato tra i patroni principali, ma il suo culto si è affievolito con l'estinzione dell'omonima confraternita negli anni '70. Infatti, i bitontini lo invocarono nel 1528, assieme a San Sebastiano, per la liberazione dal contagio della peste. La città ne uscì illesa e il santo venne proclamato patrono della città . Invocato nel 1836 contro il colera e nel 1886, il culto si intensificò a tal punto che si decise la costituzione di una confraternita in suo onore (1898) e il trasferimento della stessa dalla chiesa omonima alla chiesa di San Domenico, dove prese possesso dell'altare di fronte a quello di Sant'Antonio da Padova. Obiettivi della confraternita erano l'assistenza ai poveri, la sepoltura gratuita dei confratelli e l'istituzione dei maritaggi. La divisa confraternale consisteva in una mozzetta di colore nero con ricamo in oro e medaglia raffigurante l'emblema del Santo, cingolo e cappello color cinerino. Con l'estinzione della confraternita, nel 1977 l'arciconfraternita Maria SS. del Rosario ha preso su di sè gli oneri del pio sodalizio, tra cui la manutenzione e la cura della cappella cimiteriale, nonchè il culto del Santo, che fino a tale data era portato in processione nel giorno della festa liturgica, a conclusione della festa patronale in onore di Maria SS. Immacolata. Infatti, nella chiesa di San Domenico è custodita una pregevole immagine del Santo, dello scultore napoletano Francesco Citarelli. Finalmente, dopo più di 10 anni, grazie all'interessamento dell'amministrazione pro-tempore dell'Arciconfraternita Maria SS. del Rosario e con approvazione del Padre Spirituale don Francesco Acquafredda, la sacra immagine di San Rocco, è stata solennemente esposta nella chiesa di San Domenico per la festa liturgica, con la celebrazione di una Santa Messa solenne in suo onore. Auspichiamo che d'ora in poi l'immagine venga sempre esposta in occasione della festa liturgica e il culto a uno dei patroni principali della città possa rinverdirsi. Ecco di seguito alcune foto dell'immagine esposta nella chiesa di San Domenico.
                                                   

 
Diversi sono gli attributi che caratterizzano l'iconografia del Santo: tra i segni della peste,l'elemento distintivo per eccellenza è una piaga. La lesione ha la forma di una piaga verticale, lineare ed ovale e somiglia alla ferita provocata da una freccia (simbolo della peste) oppure all'incisione che il chirurgo praticava per cercare di porvi rimedio.


Particolare del volto

Secondo la tradizione, il cane reca in bocca il tozzo di pane , con cui avrebbe provvidenzialmente nutrito il santo durante la malattia.






L'immagine indossa il vestito caratteristico del pellegrino, consistente in tabarro (mantello a 360°) e relativo tabarrino, una mantellina di dimensioni ridotte che da lui ha poi preso il nome (sanrocchino), un cappello a larga tesa, un bastone, 2 conchiglie (da usarsi per attingere  l'acqua) fissate sulla mantellina.




Reliquia incastonata nel mantello









Testo e foto di Domenico Ferrovecchio

1 commento:

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