martedì 22 febbraio 2011

Intervista alla prof.ssa A. Dagostino su Giovinazzo e altro

Intervista alla professoressa Antonia Dagostino, docente di filosofia con venti anni di insegnamento e con laurea in pedagogia; ha cattedra presso il triennio del Liceo Scientifico Tecnologico “Galileo Ferraris” di Molfetta.

Io e Damiano de Gennaro abbiamo pensato di fare questa intervista per saperne di più sulla città di Giovinazzo approfittando del fatto che è la città di residenza della professoressa.

Francesco [caratteri normali];

Prof.ssa [grassetto]


Lei è di Giovinazzo, può darci qualche informazione generale sulla città?

Si racconta che Giovinazzo sia stata fondata dai Greci, ma dei fasti del passato è rimasto poco e oggi molti giovani emigrano. Un duro colpo alla città è stato dato dalla chiusura dell’Acciaieria e Ferriera Pugliese. È comunque difficile riuscire a sintetizzare la storia in due parole.


Quali sono le feste di Giovinazzo?

Le feste di Giovinazzo sono soprattutto religiose; quelle civili sono le stesse comuni a tutto il resto della Nazione. Le feste religiose più seguite sono quella di Sant’Antonio da Padova, San Giuseppe e quella della Madonna di Corsignano.


Cosa mi può dire della festa di San Giuseppe?

Quella di San Giuseppe è una festa piuttosto originale rispetto alle altre perché le donne nelle proprie case organizzano degli altarini e in torno a questi altarini le donne si raggruppano per la novena celebrando e pregando. Il giorno della festa c’è la tradizione di offrire dei dolcetti alle persone che vanno a visitare questi altarini. Questa usanza deriva dal fatto che anticamente il giorno di S. Giuseppe le famiglie facoltose offrivano alle famiglie più povere dei pranzi particolari in segno di solidarietà. Oggi è scomparsa la tradizione del pranzo ma è rimasta quella di offrire taralli, biscotti e pani. Il giorno di S. Giuseppe si crea quasi una processione libera di questi fedeli che si recano di casa in casa in visita degli altarini arricchiti con un’immagine o una statuetta del Santo.


Qual è il posto che le piace di più della sua città?

Il lungomare, il paese antico, il centro storico, la cattedrale…


Qual è la chiesa che le piace di più di Giovinazzo?

La cattedrale, le chiesette del centro storico.


Quale è la tradizione Pasquale giovinazzese?

La Settimana Santa che viene celebrata è quella conforme ai riti della Chiesa Cattolica. Non esistono riti particolari a Giovinazzo rispetto agli altri paesi. C’è la processione del Venerdì Santo, quella della Resurrezione e vengono effettuate in tarda serata ma non di notte come a Molfetta.


Può riassumerci la storia della Madonna di Corsignano?

La leggenda narra che un crociato proveniente dall’Oriente abbia portato con se questo quadro e lo abbia messo in una chiesetta al confine tra Terlizzi e Giovinazzo. Nei pressi della chiesetta c’era anche un lazzaretto, e in questo ospedale si trattenne il crociato per essere curato. Il quadro venne fatto conoscere sia ai giovinazzesi che ai terlizzesi e scoppiò una controversia trai due paesi sul possesso dell’icona. Sempre secondo la leggenda si racconta che per non arrivare ad un conflitto il quadro venne messo su un carro di buoi che portò l’icona verso Giovinazzo. Dall’ora la Madonna ha compiuto diversi miracoli ed è nata questa profonda devozione che ogni anno viene testimoniata attraverso la festa che attira anche i migranti e turisti.


È molto curiosa questa storia poiché a Terlizzi questa leggenda non è conosciuta ma soprattutto perché Terlizzi ha con la Madonna di Sovereto una leggenda molto simile che coinvolge però Terlizzi e Bitonto.

Forse perché ogni paese ha bisogno di sentirsi l’eletto da queste figure di Santi, ma bene o male di fronte a Dio siamo tutti uguali.


Sa dirci per quale motivo nell’icona della Madonna di Corsignano viene coperto il volto di Gesù Bambino?

È una cosa che mi sono chiesta sempre anche io. Bisognerebbe fare una ricerca approfondita.


Ci sono particolari tradizioni natalizie a Giovinazzo?

C’è una canzone tipica in dialetto giovinazzese ma in questo momento non me la ricordo, poi ci sono i dolci, soprattutto i calzoncelli, i dolci col vincotto.


È contenta di vivere a Giovinazzo?

Si, sono abbastanza contenta. È vero che ci sono pro e contro, ma l’importante è avere persone con cui ci si dialoga e ci si rapporta.


È contenta di insegnare a Molfetta?

Certamente.


Cosa le piace di più di Molfetta e cosa di meno?

Dal punto di vista umano mi piace che ci siano persone intraprendenti, aperte. Dal punto di vista architettonico mi piace la cattedrale, il centro storico. Invece mi piace di meno la presenza di troppo cemento.

Non so se sa che a Terlizzi recentemente è stato dato fuoco alla porta di due chiese. Cosa ne pensa?

Sono contraria ad ogni forma di violenza quindi condanno il fatto. Chi ha bisogno di dire qualcosa può farlo apertamente senza fare un atto di violenza che è sempre negativo. Poi la chiesa è un luogo in cui si prega e dove si vive con serenità.


Cosa ne pensa di questa intervista?

Che se avessi saputo prima le domande avrei potuto dare risposte più complete [risata]

Non si preoccupi è stata esaustiva. Grazie.

Foto e intervista di Francesco De Nicolo
Prima foto in alto: cartina della città di Giovinazzo
Seconda foto: altare di San Giuseppe presso la chiesa di San Domenico a Giovinazzo
Terza foto: Madonna di Corsignano nella Cattedrale di Giovinazzo
Quarta foto: il portale incendiato della Chiesa dei Cappuccini a Terlizzi

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