Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto risale il rito della "benedizione della gola", compiuto con due candele incrociate.
I festeggiamenti in onore del Santo, iniziati con la novena del 25 gennaio, culminano oggi con la solenne messa presieduta dal Vescovo e con la processione per le vie della città.
Al termine della processione seguirà il bacio della reliquia del braccio del Santo contenuta in un reliquiario a forma di braccio benedicente.
Un'altra città che ho avuto modo di visitare e che è particolarmente devota a San Biagio, è la città croata di Ragusa (Dubrovnik).
Il Santo patrono della città è venerato nella Cattedrale dove è conservato il cranio in un ricco reliquiario a forma di corona bizantina, che viene portato solennemente in processione nella ricorrenza del Santo, che secondo la leggenda e la tradizione popolare, difese e protesse la città da un'aggressione della repubblica di Venezia.
Le reliquie conservate nella Cattedrale di Dubrovnik (Ragusa) in Croazia [foto di Francesco De Nicolo]
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