giovedì 8 luglio 2010

L'antica chiesa della Madonna del Carmine a Terlizzi

In passato il centro storico di Terlizzi doveva ospitare numerose chiesette di cui l'unica superstite è l'attuale chiesa di San Giuseppe.
Fino ai primi tre decenni dell'Ottocento esisteva ancora una chiesetta che forse era la più grande tra quelle presenti nel borgo, dopo la cattedrale s'intende.
La chiesa esisteva già quando, nel 1563, la Confraternita del SS. Corpo di Cristo vi si insediò (curandone poi, intorno al 1635 la sua ricostruzione) dedicandola alla SS. Vergine del Carmine, la cui devozione è stata ed è tuttora molto sentita dai terlizzesi.
Dall'ampiezza dell'ipogeo si deduce, appunto, che la chiesa del Carmine doveva essere più grande rispetto alle altre presenti nel centro storico, proprio per la grande devozione popolare verso il titolo mariano alla quale era dedicata.
Della chiesa di conserva la testimonianza del verbale della Visita Apostolica di Mons. Pacecco, risalente al 27 luglio 1725, che così la descrive: "Ha un'unica navata, non molto lunga, muri solidi e tetto acconcio, volta dipinta. Vi è un unico altare nè comodo e nè secondo regola e su di esso un dipinto su tela con l'immagine della B. V. del Carmelo."
Il Vescovo decretò quindi l'inagibilità dell'altare ingiungendo di ricostruirne quanto prima uno nuovo.
In fede a quanto disposto dal Pacesso, la Confraternita, nel giro di qualche mese, restaurò completamente l'intera chiesa, facendovi costruire un nuovo altare in pietra lavorata, con dossale e cornice pure in pietra che racchiudeva il dipinto.
La chiesa venne demolita negli anni trenta dell'Ottocento per esigenza di spazio per il piazzale antistante alla nuova cattedrale.
Gli unici ricordi che ci sono rimasti di essa sono il nome dato ad una stradina della città vecchia e l'altare maggiore con il dossale, che per non essere distrutto, fu donato dalla Confraternita del Corpo di Cristo alla chiesa di S. Ignazio che lo sistemò in una nicchia dedicandolo al Sacro Cuore di Gesù.







*Notizie liberamente raccolte e rielaborate da Francesco De Nicolo
dai libri: "Pagine di storia Terlizzese" e "La chiesa-Le chiese"

**Foto di Francesco De Nicolo

mercoledì 7 luglio 2010

Maria SS. del Monte Carmelo - Molfetta

Il 16 luglio la liturgia festeggia la Beata Vergine del Monte Carmelo. Si ricorda, infatti, l'apparizione di Maria ad un nobile inglese, un certo Simone Stock, avvenuta proprio su quel monte. "Karmel" in ebraico significa giardino; essendo questo lontano pochi chilometri da Nazareth, si pensa che la famiglia di Maria possedesse un campicello su quel monte.
Durante questa apparizione, nel 1251, la Vergine gli consegnò uno scapolare, ossia una parte dell'abito indossato dai monaci di colore marrone scuro, affinchè chi lo portasse con devozione, avrebbe ricevuto la Sua protezione: "In hoc moriens aeternum non patietur incendium", chi con questo morrà, non soffrirà nelle fiamme dell'inferno.
Per quanto riguarda la devozione alla Vergine del Carmelo a Molfetta, racconta Domenico Solimini in "Cenni storici sulle origini e fondazione della Congregazione di M. SS. de Carmine che si venera nella chiesa di S. Pietro in Molfetta" che nell'estate del 1812, un gruppo di pescatori nel molo di San Corrado, sentì una voce che diceva: "Continuate la mia devozione, Io sono la stella del mare". Nell'anno successivo si formò la Congregazione e, nel 1827, l'allora presidente Giuseppe De Biase, ottenne dalla signora Donna Maria Lucrezia Rotondo, una statua della Madonna del Carmine scolpita dallo scultore napoletano Giuseppe Verzella nel XIX secolo.
La statua, è tutt'ora venerata nella chiesetta di San Pietro in Molfetta.




La festa è preceduta da un novenario. La preghiera finale recità così:
"Tu che fosti simboleggiata da quella misteriosa nube che apparve sulle terre di oriente, angustiate dalla siccità e dalla morte, allietasti i miseri mortali che sul Carmelo ti sospiravano, allieta i nostri cuori oppressi e inariditi, e fà che scenda su di noi una pioggia salutare di grazie e di favori..."




*Testo di Maria Cristina Roselli.
*Foto di Francesco De Nicolo

martedì 6 luglio 2010

Riapertura della Pinacoteca "Michele de Napoli"

Dopo decenni di restauri, finalmente, la Pinacoteca "Michele de Napoli" in Corso Dante a Terlizzi riaprirà al pubblico con una mostra delle opere del grande pittore terlizzese.

"...Lascio allo stesso Municipio di Terlizzi lo intero fabbricato del Palazzo ov'ebbi la culla ad oggetto che cessando dal servire di abitazione venga alla morte in poi destinato a conservare gli oggetti d'Arte, gli scritti, le corrispondenze e quanto rimane della mia attività come elemento di storia agli studiosi delle cose nostre..."

Con queste frasi Michele de Napoli faceva dono del suo palazzo al Comune di Terlizzi, raccomandandone la stessa destinazione d'uso.
Finalmente il volere del de Napoli avrà compimento.

La mostra che ospiterà la Pinacoteca si intitol: "Michele de Napoli dalla "pittura istorica" alle opere tarde - Nuove considerazioni nel bicentenario della nascita."

La mostra, verrà innaugurata venerdì 9 Luglio 2010, alle ore 19.00, presso il Chiostro delle Clarisse in Piazza Cavour.
All'evento interverranno il sindaco di Terlizzi Vincenzo di Tria, l'assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli, l'assessore comunale alle politiche culturali Domenico Paparella, il curatore della mostra Gaetano Mongelli e alla conclusione interverrà il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.

La mostra sarà visitabile dal 9 Luglio al 31 Dicembre 2010.
Gli orari di apertura sono:

dal martedì alla domenica (lunedì chiuso)
mattina: ore 10.00 - 13.00
pomeriggio: ore 16.00 - 20.00

L'ingresso è libero

lunedì 5 luglio 2010

Processione di San Corrado - 4 luglio 2010

Qui di seguito aggiungo le foto della breve processione di San Corrado, iniziata alle ore 20 circa e terminata verso le 21.30.





























Foto di Maria Cristina Roselli



domenica 4 luglio 2010

Santa Maria di Cesano



La chiesa di Santa Maria di Cesano, esempio pregevole di arte pre-romanica, nasce nell'anno 1040 ad opera del pio Normanno Unfrida che ne ordina la ricostruzione sulla base di una pianta già esistente nel casale medioevale di Cesano, da secoli appartenente al territorio di Terlizzi. A rendere rilevante l'importanza della Chiesa di Cesano, fu la presenza monastica. Tale presenza si evince palesemente da un documento del 1092 codificato dal Duca Ruggero, figlio dell'illustre Roberto il Guiscardo, nel quale il Duca fa donazione del Casale di Santa Maria di Cesano al monastero di San Lorenzo d'Aversa. Un insediamento monastico benedettino a Cesano si presenta, pertanto più che probabile, tenendo conto degli impegni derivati da quella donazione. Tali impegni sono l'esercizio del culto e l'amministrazione dei beni patrimoniali. Tutto ciò assume maggiore rilievo se si fa presente che la chiesa è situata sulla Via Appia Traiana. La permanenza dei monaci a Cesano durò probabilmente fino alla fine del XVI sec. Nel corso degli anni il Casale di Santa Maria di Cesano ha subito varie modifiche. Un primo restauro venne eseguito intorno al 1720 dal Vescovo Giuseppe Riganti (come testimoniato da una lapide all'interno della chiesa). Nel 1725 la chiesa subì altre modifiche per volere del Vescovo bisegliese Antonio Pacecco. Venne ricostruito il tetto, furono ricoperti gli affreschi presenti con l'intonaco, fu ricostruita la mensa e l'altare venne ornato con una pala. Gli esperti ritengono che gli affreschi siano originari del XV - XVI sec. Lo schema iconografico rappresentato è di chiara ispirazione bizantina. Al centro domina la figura di Gesù Signore dell'Universo in posizione seduta e con un manto rosso. Con la mano destra regge uno scettro, con la sinistra un libro. Ai lati del capo le lettere A e

Ω. A fianco di Cristo ci sono San Giovanni e la Madonna. Sono entrambi in piedi e col capo inclinato.





La chiesa un tempo doveva essere tutta affrescata. Nel 1984 è emerso un nuovo affresco raffigurante la Vergine che è stato restaurato insieme all'intero Santuario dalla Soprintendenza dei Beni culturali grazie all'impegno profuso da Mons. Gaetano Valente e da un gruppo di volenterosi che, avendo a cuore la sorte del Santuario della Madonna del Popolo, formarono un Comitato, coadiuvati dall'esterno da altri volontari.

L'immagine della Madonna col Bambino è di fattura quattrocentesca e si trova sulla parete di sinistra subito dopo l'ingresso.





Faceva parte dell'antico corredo della chiesa anche una pala d'altare, recentemente trafugata raffigurante la Visitazione di Maria Santissima S.Elisabetta.





Architettonicamente la Chiesa di Santa Maria di Cesano è costituita da una pianta a forma rettangolare a navata unica con abside rivolto ad Oriente.



*Foto tratte da internet

venerdì 2 luglio 2010

Festa della Madonna del Popolo

Ritorna anche quest’anno la celebrazione della “Madonna del Popolo” a Cesano a poca distanza da Terlizzi in programma il 2, 3 e 4 luglio. Sulla scia di un’antica tradizione di fede e di devozione verso la Beata Vergine, venerata nell’antico santuario di Cesano sotto il titolo di “Madonna del Popolo” il comitato Pro Cesano ha organizzato, nei pressi del Santuario, la sagra del pizzarello e della cicerchia.
Qui di seguito il programma:


La festa di San Corrado in passato...


Se si chiedesse ad un giovane molfettese quale sia la festa più grande della sua città, sicuramente risponderebbe: “quella della Madonna dei Martiri!!”, ma se lo si domandasse ad un anziano, ricorderebbe, con non poca nostalgia, la grandiosa festa esterna del Santo Patrono, ormai caduta in disuso…





Fino al 1970 San Corrado veniva solennemente onorato con grandi festeggiamenti, paragonabili, se non superiori, a quelli della Compatrona. Nonostante la liturgia lo ricordi il 9 febbraio, la grande festa si svolgeva nella penultima domenica di luglio, soprattutto per ricordare l’evento in cui il Santo venne solennemente proclamato Patrono di Molfetta,il 20 luglio 1832.
L’immagine sotto riportata, acquerello di Gabriele Poli del 1929, rappresenta più di ogni altra descrizione scritta, la maestosità della Festa Patronale.



Nel 1971 questa festa esterna venne abolita, soprattutto per motivi economici in quanto, a distanza di poco più di un mese, sarebbero avvenuti i festeggiamenti, altrettanto spettacolari, per la Compatrona Maria SS. Dei Martiri. Grande delusione per la decisione, non solo per i Molfettesi residenti in città, ma soprattutto per quelli emigrati all’estero che tornavano in città per assistere ai tre eventi maggiori (oltre le due feste patronali, anche la Settimana Santa).
Inizialmente, per ovviare a questo problema, si pensò di unire le due feste a settembre, sotto il titolo di Madonna dei Martiri e di San Corrado. La sera della vigilia, 7 settembre, il busto argenteo veniva portato nel Duomo fino a quando, la sera successiva, sarebbe sbarcata la Madonna e insieme, sarebbero stati portati in Cattedrale. Ma l’esperienza non prese piede…
Almeno la tradizione del Falò di San Corrado è sopravvissuta fino ai giorni nostri e avviene il 9 febbraio, durante il quale ceci e fave vengono distribuite ai presenti.
Speriamo che possa essere recuperato, se non tutto almeno in parte, il culto per il nostro San Corrado che, ricordiamo, è il Patrono principale di Molfetta….

Testo di Maria Cristina Roselli
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...