mercoledì 13 giugno 2012

"Si quaeris miracula" - Presentazione del restauro della statua di Sant'Antonio da Padova del Duomo di Molfetta

Invito all'evento
Lo scorso 8 giugno, nell'auditorium "Achille Salvucci" del Museo Diocesano di Molfetta, si è tenuta la conferenza sulla presentazione del restauro della statua lignea seicentesca di Sant'Antonio da Padova, un tempo venerato presso il Duomo di San Corrado. 
Sono convenuti alla presentazione il priore della Confraternita di Sant'Antonio di Molfetta, Gianni De Felice; il presidente della cooperativa FeArt Onofrio Grieco; il restauratore terlizzese Giuseppe Chiapparino e lo storico dell'arte Franco Di Palo.
Per primo ha preso la parola il presidente della cooperativa FeArt che ha spiegato che l'iniziativa del restauro della statua del XVII sec rientra nel progetto "Adotta un'opera d'arte" promossa dal Museo Diocesano. L'iniziativa si propone di valorizzare le nostre opere d'arte puntando alla riqualificazione e al restauro, usufrunedo di fondi offerti dai privati e dalla CEI. 
E' intervenuto successivamente il priore della Confraternita, che ha sottolineato come il restauro sia sinonimo della volontà di conservare la fede: riscoprire il valore dell'antica statua di Sant'Antonio è un'occasione speciale per rivivere l'origine del culto del Santo a Molfetta. Il priore ha inoltre annunciato ai presenti che presto verrà pubblicato un libro riguardante il culto di Sant'Antonio nella Diocesi, con particolare riferimento alla vastissima iconografia che ritrae il Santo patavino. 

Lo storico Franco Di Palo ha abilmente esposto la relazione "Si quaeris miracula. Devozione ed 'immagine' di Sant'Antonio da Padova nella Diocesi Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi", studio alla base del lavoro che sarà pubblicato nei prossimi mesi. E' toccato a Di Palo sottolineare, ancora una volta, il fenomeno della diffusione del culto di Sant'Antonio e della ricchezza di raffigurazioni esistenti. 

Emblematico in questo contesto di forte devozione è ciò che accadde a Napoli nel 1799 quando i napoletani, sostenitori della Repubblica Partenopea, preferirono invocare Sant'Antonio da Padova quale loro Patrono piuttosto che San Gennaro, Protettore dell'ex Regno borbonico.
Dopo aver citato alcuni episodi essenziali sulla vita del Santo patavino, i cui miracoli sono ricordati nel canto di Responsorio "Si quaeris miracula", lo storico ha iniziato ad esaminare i vari esempi dell'iconografia antoniana nella nostra Diocesi. Tra i primi esempi, ricordiamo il polittico della Visitazione nella chiesa di San Bernardino che raffigura il Santo su foglia d'oro e la statua lapidea situata presso l'oratorio delle stimmate di San Francesco a Terlizzi e proveniente probabilmente dal vicino ex convento di Santa Maria la Nova.

Un momento della conferenza.  Si noti il quadro del
Crocifisso con i Santi Francesco e Antonio che si trova
nella chiesa della Madonna delle Grazie a Terlizzi 

Interessante notare che nelle prime raffigurazioni non vi era molta distinzione tra Sant'Antonio e San Francesco d'Assisi. Infatti i segni tradizionali di Sant'Antonio (il giglio, il libro e Gesù Bambino) furono introdotti nei secoli successivi. Ritroviamo un accostamento interessante dei due Santi francescani nel quadro nella chiesa di Santa Maria delle Grazie (Cappuccini) a Terlizzi in cui i Santi affiancano il Crocifisso, oppure nell'affresco dell'ex convento dei zoccolanti a Ruvo di Puglia raffigurante una gerarchia di santi francescani e l'Immacolata.
Di Terlizzi, città che a detta dello storico conserva i migliori esempi delle raffigurazioni antoniane della diocesi,  è anche la bellissima tela del Marullo raffigurante l'Estasi di Sant'Antonio. L'artista, sensibile agli echi caravaggeschi, guidato forse da un dotto frate, rappresenta il Santo padovano nel momento dell'ascesi.
A Molfetta è invece da segnalare il grande quadro della Cattedrale raffigurante l'Assunta e dipinta da Corrado Giaquinto che ritrae il Santo in secondo piano insieme ad altri eletti.
Altrettanto numerosa è la statuaria.
Da ricordare è la statua lignea settecentesca scolpita da Nicola Antonio Brudaglio per la chiesa di S. Angelo a Ruvo di Puglia. Ugualmente pregevole è la statua lignea della chiesa di S. Andrea a Molfetta, al centro della devozione cittadina e protagonista della processione che si svolge la domenica successiva al 13 giugno. Sempre a Molfetta vi è una statua lignea del Santo nella chiesa di San Bernardino.
Meno preziose dal punto di vista artistico sono invece le statue in cartapesta tra cui vanno ricordate quella di Giovinazzo (nella città adriatica si esegue la sagra a mare con l'immagine del Santo), quella della chiesa di Santa Lucia a Terlizzi (ritrae il Santo, con in braccio il Bambino, che porge una pagnotta ad un povero fanciullo).
Sono state esaminate infine alcune statue recenti in gesso, cartapesta, resina e legno d'Ortisei, di minor pregio artistico.
A seguire Giuseppe Chiapparino ha relazionato riguardo le fasi del restauro conservativo della statua lignea. Gli interventi sono durati per un tempo complessivo di due anni, a causa della complessità del lavoro richiesto dovuto alle cattive condizioni in cui versava l'opera, nonostante solo nel 1999 la stessa fosse stata già sottoposta ad un primo intervento, incompleto, presso una ditta di Barletta.
Durante la prima fase del restauro, la statua è stata privata delle ridipinture ottocentesche che coprivano la preziosa damaschinatura dorata seicentesca.

Confronto tra la statua prima e dopo il restauro effettuato dalla ditta Chiapparino.
Purtroppo non ci è pervenuto il Bambinello che completava il simulacro. La sua esistenza originaria è suggerita dalla presenza di un perno sporgente dal libro che il Santo regge sul braccio destro.
Si è ricordato inoltre che il restauro effettuato è stato soltanto di ripulitura, consolidamento e trattamento con sistema anti-tarlo e quindi non sono state ricostruite alcune parti mancanti come ad esempio le dita della mano sinistra, nè sono state ridecorate le parti in cui l'estofado de oro è mancante (in vita è evidente l'assenza della decorazione a seguito di un atto violento in cui sono stati strappati il Rosario e il cingolo).
Ha chiuso la conferenza il direttore del Museo Diocesano don Michele Amorosini, che dopo aver ringraziato tutti gli intervenuti alla conferenza, ha invitato i presenti ad ammirare la statua restaurata nella sala delle opere del XVII sec.
Qui di seguito, due foto del simulacro che rimarrà esposto presso il Museo Diocesano in Molfetta.



Foto di Maria Cristina Roselli e Domenico Ferrovecchio
Testo di Francesco De Nicolo con la collaborazione di Maria Cristina Roselli

4 commenti:

  1. Grazie grazie grazie e ancora grazie.
    E' bellissimo festeggiare la festa di sant'Antonio con questo meraviglioso restauro.
    Questa scultura è talmente bella da togliere il fiato.
    Il viso del santo è a dir poco spettacolare.
    Con questo articolo mi sono sentito particolarmente vicino alla mia città.
    L'Iniziativa è veramente interessante.
    Spero che altre opere d'arte possano seguire lo stesso destino.
    Posso inoltre dire di essere particolarmente fiero di poter affermare che ortisei perde con i nostri scultori locali su tutta la linea.
    Il sant'Antonio portato in processione a Molfetta è bello da togliere il fiato.
    Anche ritrovare il santo in una tela del Giaquinto perfettamente conservata mi ha riempito il cuore di gioia.
    Ragazzi navigare in questo blog mi permette di conoscere tante cose di cui non ero a conoscenza.
    Ora spero che venga restaurato il Sant'Antonio a San Bernardino che è anch'essa una scultura veramente importante e che versa in situazione veramente precaria.
    Spero che voi del sito possiate pubblicare qualche foto in modo da poter sensibilizzare tale restauro.
    Vi saluto con enorme affetto e stima
    Gaetano.

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    Risposte
    1. Grazie per questi complimenti che sono sempre molto graditi!
      Per il restauro della statua di S. Antonio di S. Bernardino penso che si dovrà attendere ancora del tempo purtroppo. La parrocchia infatti si è spesa in numerosi altri restauri (Cappella Passari, affreschi del chiostro) e altri sono in corso (coro ligneo) e altri sono in programma (completamento del restauro della bussola e del dossale della cappella del Carmine).
      Per quanto riguarda la tutela delle altre opere d'arte, il Museo Diocesano ha in cantiere il progetto "Adotta un'opera d'arte". Grazie a questa iniziativa sono statue già restaurate la bellissima tela della Flagellazione della chiesa di S. Pietro a Molfetta e questa statua di S. Antonio.
      Ci occuperemo meglio in altri articoli di questa iniziativa del Museo Diocesano e delle modalità di come sostenerla.

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  2. caro Francesco,
    visto che il vostro blog oltre alla finalità di informarci su quelle che sono le nostre tradizioni ha anche l'intento di cancellare l'ignoranza sul nostro patrimonio artistico, vi comunico una strana storia.
    Io so (ma non ne sono sicuro della veridicità)di un evento particolare sul Sant'Antonio portato in processione a Molfetta ed il Sant'Antonio conservato a San Bernardino.
    Mi hanno raccontato anni fa che c'è stato uno scambio tra le due sculture.
    La confraternita di Sant'Antonio aveva la scultura che attualmente si trova a San Bernardino e viceversa.
    Siccome lo scultore di San Francesco conservato nella chiesa sopraccitata era lo stesso che aveva realizzato il sant'Antonio per la confraternita, si propose lo scambio, al fine di ottenere la giusta proporzione e la stessa tecnica di lavorazione. Infatti attualmente si può ammirare che tale operazione va considerata giusta visto che le due sculture sono posizionate ai lati dell'altare maggiore e sono perfette.
    Ma questo non significa che la scultura data alla confraternita sia di minor valore artistico anzi.
    La statua che attualmente viene portata in processione è di una bellezza sconcertante, dunque lo scambio, sempre se la storia è vera, è stato equo per entrambe le parti.
    Ma ripeto questo racconto è così lontano che non so se ho detto una sciocchezza.
    Sicuro è, che nella chiesa, le due sculture sono considerate molto importanti anche se non ricordo l'autore.
    Ora mi chiedo se gli attuali responsabili della parrocchia conoscono il valore artistico di quelle due sculture che sono in uno stato di abbandono.
    Fortunatamente non è cosi per la scultura portata in processione che è stata perfettamente restaurata qualche anno fa e che a detta di tutti, restauratore incluso,è tra le sculture più belle del santo.
    Nel ringraziarvi per il vostro lavoro, che anche io seguo con molta attenzione, vi saluto con enorme affetto.

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    Risposte
    1. Non ero a conoscenza di questa storia! Grazie per avercela raccontata! Sicuramente nel libro su S. Antonio che verrà pubblicato, sarà fatta piena luce su questa vicenda.
      Possiamo assicurare però che l'ambiente della parrocchia S. Bernardino è molto vivace culturalmente. Sono sicuro che appena saranno disponibili dei fondi (la mancanza di soldi è sempre un grosso problema) la statua di S. Antonio verrà restaurata. Da parte nostra noi non mancheremo di sollecitare, quando possibile, questo restauro.

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