giovedì 11 novembre 2010

Il crollo della domus a Pompei

Il crollo della "Scuola dei gladiatori" avvenuta a Pompei qualche giorno fa, è un fatto di altissima gravità, ma nonostante ciò mi sembra che non si stia facendo nulla per rimediare all'incresciosa situazione che si è creata.












Trovo alquanto paradossale che ciò che è resistito alla furia impetuosa del Vesuvio e a 2000 anni di storia, debba ora crollare al peso dell'incuria.

Dopo la spazzatura, ancora una volta gli occhi del Mondo sono stati puntati sul napoletano...
E l'Italia come ha reagito?

Capisco che il nostro Paese stia attraversando una delicata fase politica e che altre faccende (alluvione in Veneto, G20) "occupano i pensieri" di Palazzo Chigi; ma quella del crollo di Pompei, risulta essere una spia molto forte della situazione di allarmosa caducità dell'intero complesso archeologico romano (e non solo di Pompei) che richiederebbe dunque una maggiore attenzione da parte dei politici.

E questo interessamento all’accaduto, a mio avviso, non può essere tralasciato o rimandato perché nessuna scusa è sufficientemente valida per trascurare l’immenso patrimonio artistico, architettonico, archeologico e culturale che possiede l’Italia.

Con questo articolo mi associo a quella parte del Parlamento che chiede le dimissioni del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali. Questo mio schierarsi così apertamente da una parte potrebbe non piacere ad alcuni di voi lettori che potrebbero chiedere: perché dovrebbe dimettersi il Ministro Bondi? Che colpa ha lui?

A loro rispondo: quando la nave affonda, il vero capitano affonda con essa mentre è assorto nel disperato tentativo di tappare le falle.

Cosa ha fatto il Ministro Sandro Bondi, sin dalla sua prima dichiarazione sull’accaduto, oltre a cercare di addossare la colpa ai tecnici, a coloro che, con le pochissime risorse a disposizione, tentavano di ristrutturale la domus?

Il Ministro Bondi mi sembra completamente distaccato dalla situazione e più preoccupato a preparare le arringhe per svuotarsi dalle responsabilità che invece ha e dovrebbe assumersi un Ministro.

Mi sarebbe piaciuto vedere un Ministro che, tolta la giacca, alzate le maniche della camicia e indossato l’elmetto, si fosse messo in prima persona a lavorare con gli operai per rimuovere e catalogare le macerie. Mi sarebbe piaciuto vedere un Ministro che, alle parole di Tremonti “la gente non mangia culturaalla quale sono conseguiti pesantissimi tagli, avesse reagito con forza.

Concludo ricordando che secondo alcune stime, l’Italia possiede ben il 70% dei beni culturali del Mondo. Non possiamo per nessuna ragione non proteggere il nostro immenso patrimonio che è fonte inesauribile di cultura oltre che di ricchezza.

L’arte è il petrolio dell’Italia.

Testo di Francesco De Nicolo

Foto tratte dal web

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