L’Ottocento terlizzese è caratterizzato da rivolgimenti politici e culturali. Il paese infatti, si presenta come una cittadina profondamente rinnovata: intersecata dalle vie nuove (rimaste tali nella denominazione dialettale), adorna di una nuova cattedrale e di numerosi splendidi palazzi nobiliari, e con una vita culturale e civile assai vivace. I rinnovamenti della rivoluzione francese travolsero tutta l’Italia e anche il sud Italia, fino ad arrivare alla creazione della Repubblica partenopea nel 1799. Terlizzi diviene in quegli anni una città fieramente repubblicana, pur contenendo ancora grandi fazioni fedeli ai Borboni. Eccezione questa perché mentre in quasi tutte le città del meridione i vecchi sostenitori dei Borboni venivano perseguitati e trucidati, a Terlizzi i borbonici ricevevano asilo. La comunità terlizzese fece sì che nessuno di loro venisse fucilato, nonostante le richieste di tutte le altre città repubblicane. Il paese, molto unito e con ideali di democrazia e libertà, acclamava i francesi come liberatori. Il popolo accolse l'invito di autonomia e di responsabilità del nuovo regime e istituirono la Guardia Civica. Non mancarono, in un clima così rivoluzionario, personaggi carismatici tra cui Francesco Tatulli, guida politica del paese, che seppe modernizzare le feste e i costumi di Terlizzi alla maniera parigina. Il decennio francese caratterizzato dalla la prepotenza e dal centralismo del nuovo sistema iniziò nel 1806. Anche se grandi erano le aspettative dei progressisti, specie dopo le prime fulminee riforme, il malcontento per il regno di Gioacchino Murat crebbe in tutta la popolazione. Nacquero le prime sette segrete di stampo massonico, come resistenza al regime napoleonico e protagonisti attivi del risorgimento italiano. La restaurazione dei Borboni avvenne così quando ormai i terlizzesi, specie quelli dei ceti più bassi, non speravano altro. Nel 1831 Ferdinando II visitò Terlizzi accolto dall’entusiasmo popolare ma in realtà la stagione borbonica volgeva al termine. I terlizzesi nel 1860 festeggiavano l'entrata a Napoli di Garibaldi. Il popolo fu reso partecipe dell’unità nazionale e dei vantaggi anche se non mancarono scontri con i banditi e i briganti. A Terlizzi vi furono fucilazioni, esecuzioni senza processo, procedimenti iniqui e ingiustizie. I fortunati auspici con si era aperto l’Ottocento terlizzese - creazione dell'Istituto di sanità e salute pubbliche, miglioramento dell'economia, aumento dell'alfabetizzazione- vennero offuscati da avvenimenti violenti e sanguinari.
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