mercoledì 23 maggio 2012

Una questione spigolosa: le due tavole raffiguranti i Santi Pietro e Paolo trasferite al Museo diocesano di Molfetta


Fino al 26 marzo, presso la chiesa di Santa Lucia erano venerate due tavole raffiguranti i Santi Pietro e Paolo. Si tratta di due opere di importanza notevole "perchè facenti parte di due scomparti di un grande polittico rinascimentale ubicato nell'antica cattedrale romanica e descritto dal vescovo Orlandi nella sua relazione del 1757 alla Sacra Congregazione dei Concili di Roma."1).

Le due preziose opere quattro-cinquecentesche sono state recentemente prelevate dalla chiesa di Santa Lucia di Terlizzi per essere portare al Museo Diocesano di Molfetta.
Le opere sono state collocate nella sala dei dipinti del XVI-XVII secolo per un deposito della durata di tre anni.

E' questo l'epilogo di una lunga querelle iniziata qualche anno fa, quando l'allora parroco della parrocchia di S. Gioacchino nonchè rettore della chiesa di Santa Lucia, don Mario Petruzzella, si rifiutò con energia di consegnare le preziose tavole al Museo Diocesano per una mostra. Le testate giornalistiche locali seguirono da vicino la questione ed è ancora ben vivo, nella mente di alcuni, il secco botta e risposta, sulle colonne del mensile "La nuova città", tra il direttore del Museo Diocesano don Michele Amorosini e il professore di storia dell'arte Giuseppe Vallarelli.
Nell'articolo, don Michele Amorosini riprendeva quanto scritto nella "Lettera circolare sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici" della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa scritta nell'agosto del 2001: "[...] Il patrimonio storico-artistico non più in uso abituale, dismesso, incustodibile, può trovare nei musei ecclesiastici adeguata custodia e opportuna fruidità."
Il direttore della struttura museale molfettese ha inoltre aggiunto, in quella circostanza che "l'intento è di favorire la salvaguardia, la promozione e il godimento delle opere stesse e non di 'delocalizzarle', sottraendole al culto dei terlizzesi". 2)
A don Michele Amorosini ribatté, il professor Vallarelli affermando che occorre valorizzare il patrimonio artistico in loco, prima di pensare ad ulteriori soluzioni che portino le opere d'arte fuori dalle mura cittadine. In sostegno di questa tesi, il Vallarelli cita l'episodio della statua di Venere che, ritrovata dopo un trafugamento dal British Museum di Londra, sarà riportata nello sperduto paesino siciliano dove venne rinvenuta. "Le opere d'arte, quindi, devono rimanere a Terlizzi, non per essere campanilisti, ma per valorizzare il nostro paese". Per questo motivo il professor Vallarelli prone il trasferimento delle tavole dalla chiesa di Santa Lucia alla Concattedrale di San Michele Arcangelo, chiesa dalla quale proverrebbero in origine. 3)

La reazione dell'ambiente intellettuale terlizzese al trasferimento delle tavole di San Pietro e Paolo non si è fatta attendere e sulle colonne del giornale locale "Città Domani" è comparso un articolo dai toni aspri scritto dal direttore del mensile.
In questo articolo si suppone, a dire il vero con molta fantasia, che il prelevamento delle opere d'arte sia avvenuto a notte fonda e che la Soprintendenza ai Beni Artistici non ne fosse informata (il ché, se fosse vero, sarebbe gravissimo). 4)
Il Museo Diocesano smentisce serenamente l'accusa in un articolo comparso sul settimanale Luce e Vita. "Il trasferimento è avvenuto il 26 marzo, grazie alla ditta di restauri Lorenzoni ed alla vigilanza dei carabinieri della Tenenza di Terlizzi. Presenti il referente della Soprintendenza per i Beni storico-artistici ed etnoantropologici della Puglia; il rettore pro-tempore della rettoria, don Fabio Tangari; il direttore del Museo Diocesano, don Michele Amorosini".




Nell'articolo il Museo precisa che "esaurito il deposito, definito per una durata di tre anni dalla data di trasferimento, le pale del XVI sec. raffiguranti san Pietro e san Paolo torneranno a Terlizzi, nella chiesa di Santa Lucia dove potrebbero realizzarsi a breve dei lavori di restauro o dove lo si riterrà più opportuno per la loro fruizione, tutela, valorizzazione." 5)

L'articolo del Museo Diocesano (che potete leggere integralmente cliccando qui) risulta per alcuni versi rassicurante, tuttavia occorre puntare l'attenzione su alcuni punti. 
L'utilizzo del verbo "potrebbero" piuttosto del verbo "si terranno" ci lascia qualche inquietudine. Auspichiamo dunque, che veramente, in breve tempo, partano i lavori di restauro della chiesa di Santa Lucia. Nella stessa chiesa, peraltro, occorre un urgente intervento di restauro per la bella statua in cartapesta di Sant'Antonio.
Ambigua l'affermazione "o dove lo si riterrà più opportuno" che riapre le porte ai timori. Questa affermazione infatti implica che, trascorsi i tre anni di decenza al Museo, le tavole di San Pietro e San Paolo possano non tornare nella chiesa di Santa Lucia bensì possano essere collocate altrove (e quindi possano rimanere nel Museo di Molfetta).

Lasciamo a voi le conclusioni su questo.

Sta di fatto che, e occorre necessariamente ricordarlo, le tavole in questione non sono di proprietà della  vicina parrocchia S. Gioacchino, bensì sono in proprietà della Confraternita di Santa Lucia, sodalizio giuridicamente ancora esistente.
Nel contesto dell'abbattimento dell'antica cattedrale romanica, infatti, molte opere d'arte furono smembrate ed acquisite da laici. E' il caso, per esempio, del noto portale di Anseramo da Trani, miracolosamente salvato dalla Confraternita del SS. Rosario che lo adattò a portale d'ingresso della propria chiesa. Altro esempio è quello dell'Arciconfraternita di S. Francesco che dalla distrutta collegiata prelevò un grosso quadro raffigurante l'Assunta che si trovava probabilmente sottovolta. Ed è il caso, infine, della Confraternita di Santa Lucia che dalla collegiata dovette prelevare le tavole in questione.

Noi del blog "Voci e colori del Sud" siamo per la valorizzazione del nostro territorio. Le finalità stesse del nostro spazio internet sono quelle di promuovere il nostro territorio, di farlo conoscere agli utenti della rete e di invogliare i turisti a visitare la nostra terra.
Ci auguriamo che l'azione del Museo Diocesano sia veramente un'azione in buona fede e che le opere siano state portate veramente al Museo per consentire l'adeguamento della chiesa di Santa Lucia. Ci auguriamo che i lavori di restauro della chiesa partano al più presto e che le opere ritornino a Terlizzi. Nell'articolo su Luce e vita, il Museo scrive :"la storia recente della struttura museale racconta di iniziative simili che si sono concluse con la ricollocazione di opere, temporaneamente depositate, presso i luoghi di origine: il “Cristo flagellato” di scuola Giaquintesca è tornato nella chiesa di San Pietro a Molfetta; la “Fuga in Egitto” del calabrese Cozza nella chiesa di San Bernardino." 5)
Speriamo vivamente che anche questa possa essere una storia a lieto fine e che possa concludersi veramente con la restituzione delle opere alla città di Terlizzi che le ha custodite gelosamente per secoli e per tanti altri secoli è in grado di farlo.
Precisiamo inoltre, per evitare fraintendimenti, che questo articolo non vuole essere in alcun modo polemico o accusatorio verso chiccessia. Noi scriviamo con per il sincero intento informativo e divulgativo e siamo quindi estranei a qualsiasi polemica strumentale e faziosa che è stata fatta in altre sedi. E non è un caso che  abbiamo scelto di pubblicare questo articolo ora che la campagna elettorale è terminata.

Invitiamo, infine, tutti i lettori del blog a commentare sotto questo articolo lasciando la propria opinione. L'invito è rivolto in particolar modo al Museo Diocesano perché possa chiarire, anche in questo spazio, la sua posizione nonchè possa delucidarci riguardo i due punti che abbiamo marcato in rosso ed infine, se lo riterrà opportuno, possa rispondere a quanti lasceranno un commento.
I lettori che eventualmente interverranno, sono invitati ad usare un tono calmo ed educato nel rispetto di tutti.


Bibliografia:
1) Giuseppe Vallarelli: Lettera aperta "Dopo seicento anni vogliono 'delocalizzare' i santi Pietro e Paolo" pubblicato nella rubrica Terlizzi-arte e cultura del giornale cittadino La Nuova città, gennaio 2011
2)Don Michele Amorosini: "Ci scrive il direttore del Museo diocesano" pubblicato nella rublica Terlizzi-cultura del giornale cittadino La Nuova città, 2011
3) Giuseppe Vallarelli: "Terlizzi è città d'arte. In Concattedrale la collocazione delle due opere raffiguranti San Pietro e Paolo" pubblicato nella rublica Terlizzi-cultura del giornale cittadino La Nuova città, 2011
4) Angelo d'Ambrosio: "Fuga di mezzanotte. Rimosse dalla chiesa di S. Lucia e trasferite a Molfetta le antiche tavole dei Santi Pietro e Paolo", pubblicato sul giornale cittadino Città Domani, aprile/maggio 2012
5) a cura del Museo Diocesano: "Museo Diocesano: Due nuove opere provenienti dalla Chiesa di S. Lucia di Terlizzi, resteranno in deposito per tre anni. Le pale del XVI secolo di S. Pietro e S. Paolo" pubblicato sul giornale diocesano Luce e Vita, 22 aprile 2012, n°17

La redazione
Foto di Francesco De Nicolo e tratte dal profilo fb del Museo Diocesano  di Molfetta

lunedì 21 maggio 2012

La festa di San Pasquale Baylon a Bitonto

Si sono conclusi sabato 19, con la solenne processione dell'immagine del Santo, i festeggiamenti in onore di San Pasquale Baylon, venerato nella Parrocchia Cristo Re Universale ( Chiesa di Santa Maria della Chinisa). L'omonima confraternita, fondata nel 1717, ha organizzato un sobrio programma di festeggiamenti, iniziati con il triduo nei giorni 14-15-16 maggio. Giovedì 17, festa liturgica del Santo, c'è stata l'accoglienza dei nuovi confratelli e consorelle durante la solenne celebrazione Eucaristica, mentre sabato ( in concomitanza con la solennità dell'Ascensione del Signore), si è svolta la festa esterna con la processione della meravigliosa immagine del Santo orante dinanzi al Santissimo, centro di tutta la sua vita spirituale.
L'immagine solennemente esposta durante il Triduo











La Santa Messa sul piazzale antistante la Chiesa, prima della processione





Testo e foto di Domenico Ferrovecchio

sabato 19 maggio 2012

La festa di San Michele Arcangelo a Bitonto

Si è svolta domenica scorsa la festa esterna in onore di San Michele Arcangelo, organizzata dall'omonima confraternita con sede nella Chiesa di Santa Maria delle Martiri. La devozione all'Arcangelo Michele è molto forte e radicata a Bitonto, come attesta anche la data di fondazione della Confraternita,il 1718 ed è incentrata su una meravigliosa immagine del Santo, realizzata dallo scultore napoletano Gennaro Franzese nel 1717.
I festeggiamenti si sono aperti con la novena, predicata da diversi sacerdoti della diocesi dal 3 all'11, il Panegirico tenuto da Don Ciccio Savino, rettore della Basilica dei Santi Medici, per concludersi con la solenne processione per le vie della città domenica 13. Di grande rilevanza è stata la rievocazione della "Chembagnòie àll'appèite" di San Michele a ricordo della Devozione popolare bitontina in onore del Santo, la compagnia di pellegrini e devoti che il 1°sabato di maggio partivano alla volta del Santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo: un importante momento di recupero delle tradizioni più importanti della città.

San Michele solennemente esposto durante la Novena









La processione nel centro storico, subito dopo l'uscita









La base lignea restaurata quest'anno dalla Dott. Lucia Schiavone












Passaggio dinanzi alla Chiesa di San Francesco da Paola





Galleria in Via De Ilderis a cura della Ditta Ciommo di Andria













Intorno alle 22.00 circa San Michele ha fatto rientro nella sua chiesa











Nel video potrete vedere lo spettacolo di fuochi pirotecnici, a cura della Pirotecnica "Scintille", all'arrivo dell'immagine di San Michele a Porta Baresana


Testo, foto e video di Domenico Ferrovecchio
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