Il culto e la devozione per Sant’ Anna ad Altamura esiste da diversi secoli.
Ella è invocata in occasione di parti difficili e per questo è la protettrice delle partorienti oltre che dei fornai, che, un tempo, insieme ai contadini, rappresentavano la maggioranza della popolazione maschile in città.
Ad Altamura il culto verso la Santa, madre della Madonna, si diffuse in diverse chiese tra cui quella dell’ ospedale intitolata a S. Maria delle Grazie dove è conservata una statua in cartapesta, ma anche in San Francesco di Paola dove è venerata una statua lignea del XVI sec. circa opera di fratelli Filippo e Nicola Altieri ed in passato era conservata un'altra statua in cartapesta del 1948.
Nei secoli scorsi le diverse categorie sociali si riunivano in confraternite intorno ai loro santi protettori e titolari. Così accadde per i sarti, gli artigiani, i calzolai, i nobili, il clero, i falegnami ed anche i fornai. Quest’ultimi erano riuniti nella Confraternita della Madonna dei Martiri. Dopo diversi anni la confraternita si estinse. Tempo dopo un fornaio, particolarmente devoto a S. Anna propose di fondare un associazione di fornai intitolata proprio alla loro protettrice. Così per il giorno della festa ciascuno di loro preparava diversi quintali di “panedde “ che venivano distribuiti ai fedeli in devozione di S. Anna.
Ma i nostri zelanti fornai non avevano ancora una sede stabile, perciò, dopo diversi anni, riuscirono ad ottenere una chiesa dedicata a S. Anna nel nuovo quartiere di via Carpentino che di lì a pochi anni si sarebbe popolato enormemente. Nella nuova parrocchia fu trasferita la statua che era venerata in san Francesco da Paola.
Dal ricordo di alcuni anziani emerge, però, questa storia curiosa. La statua di Sant'Anna in cartapesta che viene portata in processione era appunto conservata nella chiesa di san Francesco di Paola. Una notte un fornaio, un certo " Colett " (Nicola), insieme a altri tre uomini, andò a trafugare la statua dalla chiesa correndo a piedi lungo il Corso e portandosi la statua a spalla. La mattina seguente, quando andarono ad aprire la chiesa di san Francesco, non trovando più la statua della Santa, la gente si mise a ricercarla per poi ritrovarla in un garage che era stato sistemato quasi come una chiesa dai quattro “fuggitivi” per anticipare i tempi della costruzione della nuova parrocchia.
La tradizione del pane esiste ancora adesso, come in altre feste di quartiere della città, anche se l’associazione non è più formata da soli fornai.
In passato si organizzava la processione della santa portata a spalla, successivamente si è preferito usare un carro allietato dalla presenza di bambini.
Diverse sono le edicole votive presenti in città fra cui una più grande del 1954 presente affianco la chiesetta dell’ Annunziata a porta Matera.
Sulla base della statua si può notare la firma dello scultore leccese Raffaele Caretta |
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