Il barcaiolo rispose che li avrebbe portati solo se lo avessero pagato; poichè essi non avevano un soldo, Francesco, senza scomporsi, si allontanò sulla riva e si inginocchiò per pregare.
Dopo un po' si alzò, benedisse il mare, distese il suo mantello e vi fece salire sopra i due confratelli e i nove viandanti; intanto aveva attaccato una estremità del mantello al suo bastone, come se fosse una vela.
Appena si mosse a navigare, il barcaiolo, un certo Coloso, mortificato gli disse che sarebbe stato disposto a trasportarlo, ma il Santo era assorto nella preghiera e non ci fece caso. Giunti alla riva il Coloso continuò ad implorare il perdono di San Francesco. Era il 4 aprile 1464.
La rievocazione è organizzata dall'Arciconfraternita di Maria SS. del Carmine, fondata nel 1598, che tiene vivo il culto per il Santo della Carità nella chiesa di San Giovanni Battista, riprendendo l'attività dell'ormai estinta confraternita di San Francesco da Paola. Al centro della devozione vi è la statua lignea di S.Francesco da Paola dall'espressione mistica (XIX sec. - autore ignoto) che sabato è stata condotta in processione al molo di levante, accompagnata dall'Ass. ANMI di Giovinazzo, dove è avvenuto l'imbarco sui natanti dell'Associazione Vogatori "Massimo Cervone" di Giovinazzo. Intorno alle 21.15 è avvenuto l'approdo a Cala Porto, gremita di gente, salutato dai fuochi pirotecnici della "Starflower" di Francesco Guastadisegni. Ecco di seguito un ampio reportage della festa.
L'immagine solennemente esposta nella chiesa di San Giovanni Battista nei giorni precedenti
In Piazza Benedettine, sul sagrato della chiesa, Santa Messa presieduta dal Padre Spirituale don Nicola Gaudio
L'immagine pronta per la processione e la sagra a mare
i natanti dell'Associazione Vogatori "Massimo Cervone" di Giovinazzo su cui l'immagine è stata imbarcata
l'imbarco dell'immagine
Intorno alle 21.20 l'immagine è giunta a Cala Porto
i vogatori portano a spalle l'immagine per un tratto
Nel video l'approdo dell'immagine di San Francesco da Paola a Cala Porto
Testo, foto e video di Domenico Ferrovecchio
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