Le origini sulla devozione verso questo importantissimo titolo mariano nella città adriatica, si attribuirebbero secondo tradizione, alla volontà della stessa Vergine la quale, nell'estate del 1812, rivolgendosi ai pescatori che stavano allestendo le reti presso il molo, disse:
"Continuate la mia devozione, Io sono la Stella del mare!"
L'invito rivolto da Maria verso il ceto più umile della popolazione molfettese, fu subito colto e nell'anno successivo, 1813, presso la chiesa di San Pietro nel centro storico, venne istituita la Confraternita di Maria SS. del Monte Carmelo. I confratelli si dotarono quindi dell'Immagine della Madonna, splendida opera del Verzella (Francesco?), dall'aspetto regale, raffinato, ma dai volti dolci e pieni d'amore, tanto da essere annoverata, senza ombra di dubbio, tra i più bei capolavori scultorei custoditi in Molfetta.
La Vergine del Carmine, proprio per questa sua volontà di essere venerata a Molfetta rivelandosi agli umili pescatori, è da sempre considerata in particolare la protettrice dei marinai (al pari con la Madonna dei Martiri, Patrona della Città).
Quest'anno, i solenni festeggiamenti curati egregiamente dalla Confraternita, comprendenti Novena e una ricchissima mostra sull'iconografia della Madonna del Carmine in tantissime città della Puglia, dell'Italia, all'estero, sono culminati domenica 21 luglio con la solenne processione, alla quale hanno partecipato, oltre i confratelli e il popolo, anche i rappresentanti delle confraternite mariane cittadine, che per l'occasione, hanno colto l'invito a condividere questo momento di festa sotto il nome di Maria.
I rappresentanti delle Confraternite della Visitazione, della Purificazione di Maria SS e della Madonna del Buon Consiglio |
I rappresentanti delle Confraternite dell'Immacolata Concezione e della Madonna di Loreto |
La Vergine del Carmine, apparendo a San Simone Stock il 16 luglio 1251:
“Prendi questo Scapolare. Chiunque muoia indossandolo non
patirà il fuoco dell’inferno. Esso sarà simbolo di salvezza,
protezione dai pericoli e promessa di pace.
Coloro che sono stati investiti con questo Santo Abito
saranno tolti dal Purgatorio il primo Sabato dopo la loro morte”.
Foto e testo di Maria Cristina Roselli
Non vorrei peccare di presunzione, ma artisticamente resta il più bel simulacro del carmelo di tutto il barese e forse anche di più. Il movimento della Vergine e del bambinello è divertente.Nonostante la ricchezza dell'abito, viene fuori da quest'opera, la semplicità d'animo e la voglia di giocare con il fedele del piccolo bambinello sotto lo sguardo veramente divertito della vergine.Mi trasmette sempre grande serenità e tranquillità. Unica pecca, i tanti molfettesi che non conoscono quest'opera d'arte che fa parte, non solo del patrimonio della confraternità, ma di tutta la città. Interessante anche il mistero sull'autore. Francesco o Giuseppe? Nonostante la confraternità insiste molto sul fatto che l'opera in realtà sia di Giuseppe Verzella, (le sue opere sono rarissime) a me fa pensare più ad un opera di Francesco (le sue opere sono meno rare del fratello ma secondo me hanno una marcia in più).Grazie a tutti voi delle bellissime foto.
RispondiEliminaIndubbiamente, quella di Molfetta è una delle immagini carmelitane più belle che si possano trovare in circolazione, anche se tutta la Puglia presenta bellissime opere, degne di essere annoverate. La dolcezza del viso della Madonna è incomparabile, rende molto in foto, ma dal vivo lo è ancor di più. Il Bambinello è assolutamente realistico e gioioso. Nel complesso, è una Immagine che si relaziona direttamente con l'osservatore. Personalmente, la reputo un'opera straordinaria, su cui non si possono realizzare paragoni con altre Immagini.
EliminaPer quanto riguarda la questione di Giuseppe e Francesco, la Confraternita, come ha gia scritto, ritiene sia del fratello minore anche se la notevolissima somiglianza del viso della Vergine con quello altrettanto bellissimo della Madonna del Buon Consiglio di Francesco, venerata presso San Gennaro sempre in Molfetta, farebbe pensare questa ipotesi. Ripeto, di ipotesi si tratta, ma ciò che è assolutamente inconfutabile è la mano di uno dei due fratelli Verzella.