Questa sera il patrimonio artistico della città di Terlizzi si riappropria di una pregevole opera d'arte: la tela raffigurante la Morte di Sant'Anna dell'altare maggiore della parrocchia S. Gioacchino. L'opera, dell'ancora tutto da scoprire Antonio Baldi, è stata restaurata nell'ambito della nobile iniziativa dell'Ufficio Diocesano per i Beni Culturali e l’Arte Sacra, del Museo Diocesano e dell'ente gestore (Soc.cop. Fe.Ar.T) "Adotta un'opera d'arte".
Il progetto ha già permesso il restauro e la riscoperta di altre opere nella diocesi quali il Cristo flagellato di Nicola Porta nella chiesa di S. Pietro a Molfetta; la statua in estofado de oro di S. Antonio da Padova, ora al Museo Diocesano; il quadro della Madonna del Rosario del De Musso nella chiesa di S. Domenico a Giovinazzo.
Pubblichiamo l'articolo, ricevuto stamane, della presentazione del restauro che avrà luogo questa sera, alle ore 20.00, presso la chiesa di S. Gioacchino.
F.D.N.
Una
tela dipinta che perde la sua leggibilità è come una storia a cui mancano delle
parole o delle intere frasi. Perde di senso e smette di raccontare. I più
penseranno che ad andar smarrita sia solo la narrazione artistica, riprodotta con
colori più o meno sgargianti. In verità la storia a rischio non è solo quella che
il pittore ha reso opera d’arte.
La
storia di un dipinto diventa la storia della sua committenza, la firma e la
vita di un artista, lo scrigno che custodisce gli sguardi di quanti l’hanno
osservata, il confessionale delle preghiere di coloro che al suo cospetto si
son inginocchiati ed il cantore delle numerose storie che il luogo in cui è
stato esposto ha vissuto. La storia di un dipinto è la microstoria di una
comunità.
Con
questa consapevolezza il Museo Diocesano di Molfetta, guidato dalla soc. coop.
FeArT, e la comunità parrocchiale di San Gioacchino, hanno messo in campo una
raccolta fondi per il recupero della tela raffigurante la “Morte di Sant’Anna”,
opera del XVIII sec. di un poco noto, quanto apprezzabilissimo, allievo della
tradizione napoletana di Francesco Solimena. Antonio Baldi, pittore originario
di Cava de’ Tirreni formatosi alla fortunata scuola partenopea agli inizi del
settecento, ben presto si dedicherà all’incisione, arte sconosciuta a molti,
che gli valse però grandi collaborazioni e committenze.
A
Terlizzi, con buona probabilità, consegna tra il 1723 ed il 1726 gli unici due
dipinti ad olio su tela sopravvissuti, autentici capolavori per la loro
bellezza dal gusto barocco e l’insolita composizione. La chiesa del Monastero
delle Clarisse, oggi parrocchia di San Gioacchino, un tempo era dedicata
proprio alla madre della Vergine, Sant’Anna; realizzata per accogliere le
celebrazioni claustrali a cui erano votate le donne delle principali famiglie
nobili della città. Forse ad una di queste o all’ecclesiastico benefattore
Gabriele Giacobbe si deve la commissione della tela grande dell’altare maggiore
e di quella raffigurante l’ “Annunciazione”, sempre riconducibile allo stesso
autore.
Il
progetto “Adotta un’opera d’arte”, nato in seno all’Ufficio Diocesano per i
Beni Culturali e l’Arte Sacra, grazie alla sensibilità delle diverse componenti
della comunità parrocchiale, alla generosa attenzione di donatori lontani e
vicini alla città di Terlizzi, ma soprattutto grazie all’esemplare impegno
della Scuola Secondaria di Primo Grado “Gioacchino Gesmundo”, ha ridato voce
alle storie di due preziose opere d’arte sacra. L’impegno profuso dai ragazzi
nella raccolta fondi rende quest’azione meritoria al di là del restauro in sé
dimostrando che si può educare al senso civico, al bello, alla corresponsabilità
i cittadini di domani, mettendo in sinergia la scuola e la Chiesa da sempre
impegnate nella crescita culturale e umana del territorio.
La
presentazione dei restauri, curati dalla ditta ACHG di Giuseppe e Annamaria
Chiapparino, avrà luogo martedì 23 luglio, alle ore 20.00, presso la chiesa di
San Gioacchino a Terlizzi, alla presenza del direttore del Museo Diocesano, don
Michele Amorosini, del Vescovo Mons. Luigi Martella, della comunità
parrocchiale e cittadina.
Tutelare il
nostro patrimonio artistico significa tutelare e trasmettere la nostra fede e
la nostra identità culturale, testimoniarla, comunicarla secondo linguaggi
straordinari ed unici, quali sono quelli dell’arte.
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