Fino al 26 marzo, presso la chiesa di Santa Lucia erano venerate due tavole raffiguranti i Santi Pietro e Paolo. Si tratta di due opere di importanza notevole "perchè facenti parte di due scomparti di un grande polittico rinascimentale ubicato nell'antica cattedrale romanica e descritto dal vescovo Orlandi nella sua relazione del 1757 alla Sacra Congregazione dei Concili di Roma."1).
Le due preziose opere quattro-cinquecentesche sono state recentemente prelevate dalla chiesa di Santa Lucia di Terlizzi per essere portare al Museo Diocesano di Molfetta.
Le opere sono state collocate nella sala dei dipinti del XVI-XVII secolo per un deposito della durata di tre anni.
E' questo l'epilogo di una lunga querelle iniziata qualche anno fa, quando l'allora parroco della parrocchia di S. Gioacchino nonchè rettore della chiesa di Santa Lucia, don Mario Petruzzella, si rifiutò con energia di consegnare le preziose tavole al Museo Diocesano per una mostra. Le testate giornalistiche locali seguirono da vicino la questione ed è ancora ben vivo, nella mente di alcuni, il secco botta e risposta, sulle colonne del mensile "La nuova città", tra il direttore del Museo Diocesano don Michele Amorosini e il professore di storia dell'arte Giuseppe Vallarelli.
Nell'articolo, don Michele Amorosini riprendeva quanto scritto nella "Lettera circolare sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici" della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa scritta nell'agosto del 2001: "[...] Il patrimonio storico-artistico non più in uso abituale, dismesso, incustodibile, può trovare nei musei ecclesiastici adeguata custodia e opportuna fruidità."
Il direttore della struttura museale molfettese ha inoltre aggiunto, in quella circostanza che "l'intento è di favorire la salvaguardia, la promozione e il godimento delle opere stesse e non di 'delocalizzarle', sottraendole al culto dei terlizzesi". 2)
A don Michele Amorosini ribatté, il professor Vallarelli affermando che occorre valorizzare il patrimonio artistico in loco, prima di pensare ad ulteriori soluzioni che portino le opere d'arte fuori dalle mura cittadine. In sostegno di questa tesi, il Vallarelli cita l'episodio della statua di Venere che, ritrovata dopo un trafugamento dal British Museum di Londra, sarà riportata nello sperduto paesino siciliano dove venne rinvenuta. "Le opere d'arte, quindi, devono rimanere a Terlizzi, non per essere campanilisti, ma per valorizzare il nostro paese". Per questo motivo il professor Vallarelli prone il trasferimento delle tavole dalla chiesa di Santa Lucia alla Concattedrale di San Michele Arcangelo, chiesa dalla quale proverrebbero in origine. 3)
La reazione dell'ambiente intellettuale terlizzese al trasferimento delle tavole di San Pietro e Paolo non si è fatta attendere e sulle colonne del giornale locale "Città Domani" è comparso un articolo dai toni aspri scritto dal direttore del mensile.
In questo articolo si suppone, a dire il vero con molta fantasia, che il prelevamento delle opere d'arte sia avvenuto a notte fonda e che la Soprintendenza ai Beni Artistici non ne fosse informata (il ché, se fosse vero, sarebbe gravissimo). 4)
Il Museo Diocesano smentisce serenamente l'accusa in un articolo comparso sul settimanale Luce e Vita. "Il trasferimento è avvenuto il 26 marzo, grazie alla ditta di restauri Lorenzoni ed alla vigilanza dei carabinieri della Tenenza di Terlizzi. Presenti il referente della Soprintendenza per i Beni storico-artistici ed etnoantropologici della Puglia; il rettore pro-tempore della rettoria, don Fabio Tangari; il direttore del Museo Diocesano, don Michele Amorosini".
Nell'articolo il Museo precisa che "esaurito il deposito, definito per una durata di tre anni dalla data di trasferimento, le pale del XVI sec. raffiguranti san Pietro e san Paolo torneranno a Terlizzi, nella chiesa di Santa Lucia dove potrebbero realizzarsi a breve dei lavori di restauro o dove lo si riterrà più opportuno per la loro fruizione, tutela, valorizzazione." 5)
L'articolo del Museo Diocesano (che potete leggere integralmente cliccando qui) risulta per alcuni versi rassicurante, tuttavia occorre puntare l'attenzione su alcuni punti.
L'utilizzo del verbo "potrebbero" piuttosto del verbo "si terranno" ci lascia qualche inquietudine. Auspichiamo dunque, che veramente, in breve tempo, partano i lavori di restauro della chiesa di Santa Lucia. Nella stessa chiesa, peraltro, occorre un urgente intervento di restauro per la bella statua in cartapesta di Sant'Antonio.
Ambigua l'affermazione "o dove lo si riterrà più opportuno" che riapre le porte ai timori. Questa affermazione infatti implica che, trascorsi i tre anni di decenza al Museo, le tavole di San Pietro e San Paolo possano non tornare nella chiesa di Santa Lucia bensì possano essere collocate altrove (e quindi possano rimanere nel Museo di Molfetta).
Lasciamo a voi le conclusioni su questo.
Sta di fatto che, e occorre necessariamente ricordarlo, le tavole in questione non sono di proprietà della vicina parrocchia S. Gioacchino, bensì sono in proprietà della Confraternita di Santa Lucia, sodalizio giuridicamente ancora esistente.
Nel contesto dell'abbattimento dell'antica cattedrale romanica, infatti, molte opere d'arte furono smembrate ed acquisite da laici. E' il caso, per esempio, del noto portale di Anseramo da Trani, miracolosamente salvato dalla Confraternita del SS. Rosario che lo adattò a portale d'ingresso della propria chiesa. Altro esempio è quello dell'Arciconfraternita di S. Francesco che dalla distrutta collegiata prelevò un grosso quadro raffigurante l'Assunta che si trovava probabilmente sottovolta. Ed è il caso, infine, della Confraternita di Santa Lucia che dalla collegiata dovette prelevare le tavole in questione.
Noi del blog "Voci e colori del Sud" siamo per la valorizzazione del nostro territorio. Le finalità stesse del nostro spazio internet sono quelle di promuovere il nostro territorio, di farlo conoscere agli utenti della rete e di invogliare i turisti a visitare la nostra terra.
Ci auguriamo che l'azione del Museo Diocesano sia veramente un'azione in buona fede e che le opere siano state portate veramente al Museo per consentire l'adeguamento della chiesa di Santa Lucia. Ci auguriamo che i lavori di restauro della chiesa partano al più presto e che le opere ritornino a Terlizzi. Nell'articolo su Luce e vita, il Museo scrive :"la storia recente della struttura museale racconta di iniziative simili che si sono concluse con la ricollocazione di opere, temporaneamente depositate, presso i luoghi di origine: il “Cristo flagellato” di scuola Giaquintesca è tornato nella chiesa di San Pietro a Molfetta; la “Fuga in Egitto” del calabrese Cozza nella chiesa di San Bernardino." 5)
Speriamo vivamente che anche questa possa essere una storia a lieto fine e che possa concludersi veramente con la restituzione delle opere alla città di Terlizzi che le ha custodite gelosamente per secoli e per tanti altri secoli è in grado di farlo.
Precisiamo inoltre, per evitare fraintendimenti, che questo articolo non vuole essere in alcun modo polemico o accusatorio verso chiccessia. Noi scriviamo con per il sincero intento informativo e divulgativo e siamo quindi estranei a qualsiasi polemica strumentale e faziosa che è stata fatta in altre sedi. E non è un caso che abbiamo scelto di pubblicare questo articolo ora che la campagna elettorale è terminata.
Invitiamo, infine, tutti i lettori del blog a commentare sotto questo articolo lasciando la propria opinione. L'invito è rivolto in particolar modo al Museo Diocesano perché possa chiarire, anche in questo spazio, la sua posizione nonchè possa delucidarci riguardo i due punti che abbiamo marcato in rosso ed infine, se lo riterrà opportuno, possa rispondere a quanti lasceranno un commento.
I lettori che eventualmente interverranno, sono invitati ad usare un tono calmo ed educato nel rispetto di tutti.
Sta di fatto che, e occorre necessariamente ricordarlo, le tavole in questione non sono di proprietà della vicina parrocchia S. Gioacchino, bensì sono in proprietà della Confraternita di Santa Lucia, sodalizio giuridicamente ancora esistente.
Nel contesto dell'abbattimento dell'antica cattedrale romanica, infatti, molte opere d'arte furono smembrate ed acquisite da laici. E' il caso, per esempio, del noto portale di Anseramo da Trani, miracolosamente salvato dalla Confraternita del SS. Rosario che lo adattò a portale d'ingresso della propria chiesa. Altro esempio è quello dell'Arciconfraternita di S. Francesco che dalla distrutta collegiata prelevò un grosso quadro raffigurante l'Assunta che si trovava probabilmente sottovolta. Ed è il caso, infine, della Confraternita di Santa Lucia che dalla collegiata dovette prelevare le tavole in questione.
Noi del blog "Voci e colori del Sud" siamo per la valorizzazione del nostro territorio. Le finalità stesse del nostro spazio internet sono quelle di promuovere il nostro territorio, di farlo conoscere agli utenti della rete e di invogliare i turisti a visitare la nostra terra.
Ci auguriamo che l'azione del Museo Diocesano sia veramente un'azione in buona fede e che le opere siano state portate veramente al Museo per consentire l'adeguamento della chiesa di Santa Lucia. Ci auguriamo che i lavori di restauro della chiesa partano al più presto e che le opere ritornino a Terlizzi. Nell'articolo su Luce e vita, il Museo scrive :"la storia recente della struttura museale racconta di iniziative simili che si sono concluse con la ricollocazione di opere, temporaneamente depositate, presso i luoghi di origine: il “Cristo flagellato” di scuola Giaquintesca è tornato nella chiesa di San Pietro a Molfetta; la “Fuga in Egitto” del calabrese Cozza nella chiesa di San Bernardino." 5)
Speriamo vivamente che anche questa possa essere una storia a lieto fine e che possa concludersi veramente con la restituzione delle opere alla città di Terlizzi che le ha custodite gelosamente per secoli e per tanti altri secoli è in grado di farlo.
Precisiamo inoltre, per evitare fraintendimenti, che questo articolo non vuole essere in alcun modo polemico o accusatorio verso chiccessia. Noi scriviamo con per il sincero intento informativo e divulgativo e siamo quindi estranei a qualsiasi polemica strumentale e faziosa che è stata fatta in altre sedi. E non è un caso che abbiamo scelto di pubblicare questo articolo ora che la campagna elettorale è terminata.
Invitiamo, infine, tutti i lettori del blog a commentare sotto questo articolo lasciando la propria opinione. L'invito è rivolto in particolar modo al Museo Diocesano perché possa chiarire, anche in questo spazio, la sua posizione nonchè possa delucidarci riguardo i due punti che abbiamo marcato in rosso ed infine, se lo riterrà opportuno, possa rispondere a quanti lasceranno un commento.
I lettori che eventualmente interverranno, sono invitati ad usare un tono calmo ed educato nel rispetto di tutti.
Bibliografia:
1) Giuseppe Vallarelli: Lettera aperta "Dopo seicento anni vogliono 'delocalizzare' i santi Pietro e Paolo" pubblicato nella rubrica Terlizzi-arte e cultura del giornale cittadino La Nuova città, gennaio 2011
2)Don Michele Amorosini: "Ci scrive il direttore del Museo diocesano" pubblicato nella rublica Terlizzi-cultura del giornale cittadino La Nuova città, 2011
3) Giuseppe Vallarelli: "Terlizzi è città d'arte. In Concattedrale la collocazione delle due opere raffiguranti San Pietro e Paolo" pubblicato nella rublica Terlizzi-cultura del giornale cittadino La Nuova città, 2011
4) Angelo d'Ambrosio: "Fuga di mezzanotte. Rimosse dalla chiesa di S. Lucia e trasferite a Molfetta le antiche tavole dei Santi Pietro e Paolo", pubblicato sul giornale cittadino Città Domani, aprile/maggio 2012
5) a cura del Museo Diocesano: "Museo Diocesano: Due nuove opere provenienti dalla Chiesa di S. Lucia di Terlizzi, resteranno in deposito per tre anni. Le pale del XVI secolo di S. Pietro e S. Paolo" pubblicato sul giornale diocesano Luce e Vita, 22 aprile 2012, n°17
La redazione
Foto di Francesco De Nicolo e tratte dal profilo fb del Museo Diocesano di Molfetta
Credo che se il museo diocesano abbia provveduto a custodire le opere presso la sede stessa del museo, ci sia una ragione molto plausibile...e lo dite anche in questo articolo.
RispondiEliminaA quanto pare, la chiesa di Santa Lucia al momento non'è lo spazio adeguato per la custodia di così preziose opere, quindi è bene che nell'arco di questi tre anni si stanzino degli emergenti lavori di restauro per poter poi successivamente riportare le opere nella loro collocazione a Terlizzi.
Forse la chiesa di Santa Lucia non è idonea a custodire queste opere, ma perchè, prima di portarle a Molfetta, non si è pensato di trasferirle in qualche altro luogo sicuro a Terlizzi? Perchè non la Concattedrale? Perchè non la Pinacoteca de Napoli?
RispondiEliminaSono d'accordissimo con l'anonimo che sostiene che le due pale sarebbero dovute rimanere a Terlizzi, anche perchè gli spazi per la conservazione li abbiamo (vedi la Pinacoteca). Da studentessa di storia dell'arte e quindi futura storica spesso mi trovo in difficoltà quando devo fare qualche lavoro sulla mia città perchè purtroppo molti documenti (scritti-opere ecc.) sono stati distrutti o portati via. Tento spesso di ricostruire la storia della Cattedrale romanica ma andando di questo passo sarà sempre peggio.
RispondiEliminaSpero vivamente che possano fare rientro nella nostra Terlizzi, anche se non nella chiesa di Santa Lucia.
Daniela Confetti
Spero vivamente che tu possa compiere uno studio sulla nostra antica collegiata romanica che, come testimoniato da Mons. Pacecco nel 1725, non aveva nulla da invidiare a quelle di Trani, Bitonto, Barletta...
EliminaSpero che in futuro, quando anche io avrò portato a termine gli studi universitari, potremo condividere le nostre informazioni e ricerche e collaborare, insieme a tutti gli altri intellettuali e studiosi terlizzesi, per dare a Terlizzi lo spazio che si merita nei circuiti turistici e della storiografia dell'arte
Speravo ampiamente da tempo una querelle del genere sulla città di Terlizzi.
RispondiEliminaPrima di tutto la cosa principale è salvare il patrimonio artistico.
La città di Terlizzi su questo fa orecchie da mercante da anni.
Fino ad oggi non ho visto molto impegno da parte della città, politicanti inclusi, su un piano chiaro su come salvare le proprie opere d'arte.
Proprio su questo sito tempo fa si parlava di una statua del Verzella dico Verzella che nessuno conosce.
La statua è abbandonata a se stessa e preferirei sicuramente vederla conservata nel museo diocesano piuttosto che buttata chissà dove.
Al cimitero di Molfetta è stata rubata una statua in legno ottocentesca dell'addolorata.
Ora mi chiedo, non era meglio conservarla nel Museo Diocesano?
Ora nessuno potrà più ammirarla.
Sicuramente le due tavole le avrei conservate in un museo a Terlizzi, su questo non ho dubbi, ma esiste attualmente una struttura che possa ospitare le proprie opere d'arte con la sicurezza dovuta?.
Sicuramente a Molfetta vedo più interesse nel salvare le proprie opere d'arte.
La statua della Buon Consiglio, sempre vista attraverso il sito, potrebbe essere utilizzata come stemma di rinascita delle opere d'arte Molfettesi.
Noi a Terlizzi cosa vogliamo utilizzare?
Forse la Madonna della misericordia (mi sembra si chiami così?)
Dunque il problema principale è:basta con questa ignoranza.
Cerchiamo di capire il nostro patrimonio per poi creare gli giusti spazi per tramandare ai posteri le nostre opere d'arte.
Io francamente tutta sta attenzione maggiore che l'amministrazione di Molfetta ha verso i beni culturali rispetto a quella di Terlizzi non la vedo. Anzi! Per alcuni servizi, tipo la Pinacoteca de Napoli, il comune di Terlizzi offre di più di Molfetta per esempio. A Molfetta se qualche risultato è stato ottenuto è grazie ai privati, alle confraternite e alle coperative e non al Comune. Il Museo Diocesano, per esempio, è gestito da una coperativa e non dal Comune di Molfetta. Poi, per quanto riguarda la statua della Misericordia sono d'accordo con te.
EliminaPerò io dico: il Museo Diocesano invece di andare a prelevare le tavole di Pietro e Paolo da Santa Lucia, non poteva occuparsi piuttosto di quelle opere dimenticate e abbisognevoli di restauro come la statua del Verzella? Perchè sono state prese quelle due opere verso cui, come si è visto, i terlizzesi sono molto legati? Avessero piuttosto preso in custodia la statua del Verzella per restaurarla!
Michele Guastamacchia
Riporto qui un commento lasciato su facebook da Arturo Orso del Muscio.
RispondiElimina"storia antica e sempre spinosa, il depauperamento delle realtà locali a favore di una musealizzazione che ne valorizzi e permetta la fruizione in maniera continuata e la conservazione a parametri ideali. è noto invece come sia avvenuto il contrario per delle tavole dei vivarini che sono state recentemente restituite dalla pianacoteca Giaquinto alla chiesa madre di Modugno. L'ideale da attuare sarebbe l'adeguamento delle chiese "d'origine" e la valorizzazione della presenza delle opere, l'obbligo di queste di rispettare orari di apertura tali da permetterne la fruizione in maniera continuata.. solita storia.. antica e spinosa."
Mamma mia
RispondiEliminasono contentissimo di questo scambio di opinioni.
Chiedo scusa a Michele GUASTAMACCHIA, ma io molte cose non le so.
Sono un terlizzese lontano da tanti anni e riesco ad avere un collegamento con la realtà del mio paese soltanto tramite i blog.
Solo così vengo a conoscenza di alcune iniziative.
Ti do ragione su tutta la linea.
Non sapevo di questa realtà.
A questo punto viva le confraternite e i privati di Molfetta.
Almeno un risultato positivo c'è.
Spero in Francesco De Nicolo di vedere quanto prima la foto di questa statua del Verzella che sta accendendo i nostri cuori di terlizzesi.Salviamo la Madonna della misericordia.
Forza Francesco vai con questo scoop e facci sognare.
Grazie per la fiducia!
EliminaIo nel mio piccolo cercherò di mobilitare chi di dovere per salvare questa statua. Vi terrò aggiornati sulla statua della Misericordia