Santa Rita: l'Avvocata delle cause impossibili!
Questo è uno dei tanti appellativi che individuano la Santa Taumaturga di Cascia, al secolo Margherita Lotti, vissuta a cavallo tra il Trecento e Quattrocento nel cuore dell'Umbria e proclamata Santa del 1900.
La venerazione per una delle Sante italiane più amate in tutto il mondo è particolarmente presente a Molfetta, dove è custodito, presso la parrocchia di San Domenico, il simulacro, opera del molfettese Corrado Binetti del 1915, raffigurante Rita inginocchiata contemplante un Crocifisso e un Angelo che le pone sul capo una corona di spine, nel ricordare l'intima relazione tra la sofferenza terrena della Santa e la Passione di Cristo.
Grande novità di quest'anno è stata l'introduzione del primo corteo storico, il 19 maggio, sugli eventi principali della vita della Santa, dalla sua nascita fino alla sua glorificazione. A seguire, le foto scattate al corteo in partenza da Piazza Municipio, fino al sagrato della Cattedrale.
Il 22 maggio invece, giorno della Festa Liturgica, si è svolta la tradizionale fiaccolata con il simulacro per le vie parrocchiali, riccamente addobbate a festa con coperte colorate, striscioni, bandierine.
Qui di seguito riporto alcune foto scattate alla processione.
"Sotto il peso e tra le angosce del dolore, a voi che tutti chiamano la Santa degl'impossibili, io ricorro nella fiducia di presto averne soccorsi..."
Testo di Maria Cristina Roselli
Foto di Francesco De Nicolo e Maria Cristina Roselli
mamma mia che bella festa.
RispondiEliminaNon pensavo che a Molfetta i festeggiamenti di Santa Rita fossero così sentiti.
La statua di Santa Rita è molto bella.
Chissà se si può conoscere qualcosa in più di questa meravigliosa scultura.
Purtroppo non sono a conoscenza di molte altre informazioni... Posso solo dire che è un simulacro in cartapesta che reca la data "20-11-1915", firmata da Corrado Binetti. Ora non si sa effettivamente se questa data riguarda la donazione del simulacro oppure un restauro di una vecchia statua precedente. Preciso che queste informazioni che ho scritto, sono tratte dal libro: "Feste, ricorrenze e memorie a Molfetta" di Cosmo Tridente e risalente al 1998. Se entrerò in possesso di altre informazioni sul simulacro, le inserirò sotto questo post in un ulteriore commento.
RispondiEliminaCarissima Maria Cristina,
RispondiEliminama quanto mistero c'è in queste sculture che si trovano a Molfetta?.
Così anche questa statua, nonostante non sia così antica come i misteri di santo Stefano, entra nel mistero della sua storia.
Il pericolo è sempre quello che non conoscendo quasi nulla delle sculture sacre che si trovano a Molfetta vengano abbandonate al loro destino.
Mi viene in mente la Madonna di Loreto che era stata abbandonata al cimitero e poi si è scoperto che era una statua in legno di pregio e fortunatamente è stata salvata, restaurata, ed ora si trova nella Chiesa di Santa Teresa.
Meno fortunata è stata la statua dell'addolorata che è stata rubata al cimitero.
Solo dopo il furto si è detto che era una statua in legno e molto antica.
Secondo me il suo posto era al museo diocesano.
Così poteva essere conservata e ammirata in tutta sicurezza.
Invece è andata a finire nel modo più orrendo.
Un altro pezzo di storia che se ne va.
Fortunatamente Santa Rita mi sembra molto ben conservata.
Ma il libro di Cosmo TRIDENTE è ancora in vendita?
scusami per il mio tono polemico ma da Molfettese lontano sono molto sensibile a tutto ciò che riguarda la storia del mio paese.
Non si preoccupi... Un tono polemico che da molfettese condivido ampiamente. Il fatto dell'antica Addolorata rubata dal cimitero è stato un durissimo colpo per la città, non solo per il valore artistico di quel simulacro, ma anche (e non è cosa da poco conto) per il valore affettivo assunto da quella statua, in quanto non è mistero che Molfetta sia fortemente legata alle sue tradizioni pasquali. Pensiamo al restauro effettuato sui Misteri Cinquecenteschi, sulle statue del Purgatorio, e soprattutto sulle antiche statue del Sabato Santo, salvate ed esposte al sicuro nel Museo Diocesano. Fà rabbia pensare che la stessa cosa poteva accadere per quella Addolorata, ma purtroppo è andata persa.. Spero che in un futuro, anche lontano, possa ritornare alla Sua città.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il libro non saprei sinceramente se sia ancora in vendita. Passando per le varie librerie, non l'ho notato e non credo sia ancora disponibile... Ovviamente per essere del '98 non è aggiornato, mancano (per citarne alcune) le processioni di San Pio o della Madonna della Speranza, ma risulta ugualmente un buon libro da cui partire per poter approfondire personalmente.
Gent.ma Maria Cristina
RispondiEliminahai visto la Madonna di Loreto conservata a santa Teresa?.
Mi vengono i brividi nel pensare che poteva fare la stessa fine dell'addolorata.
Ritengo che sia una statua veramente molto particolare bella e antica.
Inoltre tempo fa dei miei amici di Pompei hanno visitato il Duomo e sono rimasti incantati davanti all'immagine della Madonna di Pompei.
Mi hanno chiesto informazioni su quella scultura.
Allora pensavo tra me e me: pensa come sarebbe interessante scrivere un libro che parli di tutte le sculture sacre conservate a Molfetta.
Sono convinto che il problema grosso sia l'ignoranza.
Non sappiamo quasi niente del nostro patrimonio culturale.
Fortunatamente un po di luce si intravede e mi riferisco al nostro centro storico ed agli ultimi restauri come sant'Antonio, Madonna dei Martiri, la buon consiglio ed altri.
Ultima sorpresa: anche l'assunta del Verzella sta per ritornare con i suoi colori originali.
A Molfetta si conosce in gran parte Cozzoli.
Ma ci sono anche Corrado Giaquinto, i Verzella,Corrado Binetti e chissà quanti altri.
Speriamo di migliorarci sempre nell'apprezzare quello che abbiamo.
Un caro saluto.
La nostra Madonna di Loreto, custodita nella chiesa di Santa Teresa ("nuova", perchè purtroppo quella antica doveva essere un'altra bellezza artistica ormai andata perduta per sempre), è particolarissima, perchè, per essere un'opera antica, non rispecchia i canoni della tipica Madonna nera venerata a Loreto, e ciò la rende ancor più bella e unica!
RispondiEliminaSono contenta che le opere che noi custodiamo a Molfetta siano apprezzate e ammirate anche da persone provenienti da altri paesi, e ciò dovrebbe spingerci ancora di più a tutelare e valorizzare il nostro patrimonio artistico! Come lei ha detto, speriamo sempre in un miglioramento...!
Carissima Maria Cristina
RispondiEliminanon so se darti una bellissima notizia oppure tu hai fonti migliori della mia.
Io so che la statua antica del 600 è stata salvata miracolosamente.
Penso sia stata opera dell'allora nuovo parroco.
In realtà quella che era la nuova si trova attualmente
al cimitero.
Ti mando la storia delle due statue che ho trovato nel sito della Confraternita della Madonna di Loreto.
Fammi sapere.
La nostra confraternita è l’unica oltre all’arciconfraternita della Morte ha possedere due statue raffiguranti la Medesima Madonna. Iniziamo parlando del gruppo scultoreo del seicento. Le immagini custodite a Loreto sia l’antica andata distrutta nel 1921 che l’attuale non dicono relazione al nostro gruppo scultoreo del XVII secolo. La nostra scultura infatti dice riferimento alla Madonna di Loreto con bambino particolare di una xilografia degli inizi del XVI secolo conservata nel castello Sforzesco di Milano. Sembra che il nostro gruppo scultoreo abbia seguito gli stilemi di questo lavoro: Vergine, Bambino, gli angeli che coronano la Madonna, che siede sulla santa Casa e le testine degli angeli che completano l’immagine. Nella sala I Museo-Pinacoteca di Loreto troviamo lo stesso soggetto in una copia del XIX secolo dell’affresco originale della Traslazione della Santa Cappella Lauretana di Giovan Battista Tiepolo (1696-1770). L’originale che era nella chiesa degli scalzi a Venezia, fu distrutto in un bombardamento durante la guerra del 1915. Non dimentichiamo comunque che l’insieme del gruppo scultoreo trovasi scolpito in marmo anche sulla porta medioevale sud di Loreto. Né è dunque aliena l’idea che il nostro artista, che resta anonimo, ma che può ben avere ascendenze tipologiche col nord Italia (la famiglia Bovio era di Novara), abbia visitato il santuario di Loreto che poi ha riprodotto almeno nelle forme accessorie, come la cupoletta di destra ed il campanile di sinistra della basilica Lauretana. Paleograficamente parlando, le lettere della scritta “HIC VERBUM CARO FACTUM EST” rivelano un periodo che tocca la metà del ‘600; crediamo quindi che l’artista appartenga a quel periodo. È invano andare alla ricerca del suo nome seppellito forse in qualche carta seicentesca caduta nel mistero. Anche le lettere incise sulla parete di sinistra della Casa sono dello stesso periodo: il mistero nascosto in queste lettere se svelato, potrebbe dare il nome del committente. Nel 1950 il gruppo scultoreo, intristito nel tempo, le vesti legnose putride e lacere, fu mandato al cimitero. Da quell’anno fino al 1991 l’antico gruppo scultoreo è stato sostituito da un altro scolpito dal Bruno. L’immagine di questa statua prende palesemente spunto dalla statua seicentesca anche se da un punto di vista artistico risulta di valore inferiore rispetto al gruppo scultoreo del seicento, la statua del Bruno è molto importante per i confratelli allo stesso modo della prima. Tutti i confratelli sono affezionati ad entrambe le immagini della Vergine Lauretana.
Riportiamo alcune fasi del restauro del gruppo seicentesco eseguito dalla signora Liliana Giuranna Giove, della soprintendenza delle belle arti di Bari. Il restauro è durato quasi tre anni.
Il 10/4/1989 recupero statua della Madonna di Loreto dal Cimitero e depositato nel locale sito in Via M. dei Martiri 23 per effettuare la prima disinfestazione e consolidamento.
Il 14/11/1989 trasporto della Statua della Vergine a Palese presso la ditta Liliana Giuranna Giove.
Il 16/09/1991 Rientro della Statua della Madonna di Loreto nella Chiesa di S. Teresa
Non posso pensare che si potevano rubare anche questa statua al cimitero di Molfetta. Meno male che è andata così
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