L'altare con il dipinto della Madonna del Rosario nella chiesa di S. Domenico |
La devozione ed il culto verso la Madonna del Rosario si diffuse ad Altamura a partire dal 1574 ad opera di padre Ciro da Taranto. Lui fondò l’omonima confraternita nella splendida chiesa di san Domenico (in passato cappella del convento di san Rocco retto dai Padri Domenicani).
Si radunò infatti un gruppo di contadini e muratori costituendo la confraternita dedicata alla Madonna che con il passare degli anni diventerà l’attuale Arciconfraternita del SS. Rosario.
Acquisì con il tempo grandi beni in denaro e proprietà terriere.
Compito del sodalizio era quello di portare avanti la devozione per la Madonna ed il culto dei morti. Nella chiesa, infatti, sono presenti diverse lastre tombali e monumenti funebri appartenenti soprattutto a confratelli dei ceti più abbienti della città. La stessa confraternita, infatti, con il passare del tempo, sarà conosciuta come la confraternita dei “signurin” cioè “signori ", per la presenza delle più potenti categorie sociali e delle più altolocate famiglie altamurane. Anche grazie al loro contributo la chiesa di San Domenico è diventata quella che possiamo ammirare ancora adesso: un monumento tra i più belli in tutta la Puglia, un vero trionfo di marmi, altari, opere dei più bravi pittori dell’Italia Meridionale.
Un esempio è il grandioso altare del SS. Rosario con la pala del molfettese Giuseppe Porta circondata da 15 quadretti raffiguranti i Misteri del Rosario. L’altare marmoreo invece è del noto marmoraro Crecenzio Trinchese. Nel XVIII sec. si pensò di realizzare la statua della Madonna nello stile dei manichini vestiti. Abito rosso e manto azzurro ricamati d’oro avvolgono l’intera statua e le parrucche inanellate della madonna e del bambino circondano i visi dolci di una stupenda Regina.
Una nota storica: durante la rivoluzione del 1799 che vide sconfitta la città di Altamura, i sanfedisti avevamo deciso di bombardare chiesa e convento dei domenicani. Il popolo pregò la Vergine Santa e la espose sul sagrato della chiesa. Iniziato l’assedio, i colpi dei cannoni miracolosamente scansavano il complesso sacro. Per questo in quello stesso anno la Regina del SS. Rosario fu proclamata protettrice insieme a Sant'Irene, san Giuseppe e all'Assunta patroni principali della città. Questo patrocinio è andato via via scemando ma ancora oggi possiamo ammirare, tra le mani della Vergine, le chiavi della città a ricordo della protezione.
Le chiavi della Città |
Fino al 1962 circa il venerato simulacro era portato in processione insieme ai patroni della città. Oggi viene festeggiata, solo liturgicamente, la solennità l’ 8 maggio e la prima domenica di ottobre. Nel 1963 iniziavano i lavori per la realizzazione di una nuova parrocchia che sarebbe stata intitolata proprio alla Regina del SS. Rosario di Pompei. L'inaugurazione della nuova parrocchia si avrà nel 1972. Alla parrocchia fu donato il gruppo statuario in cartapesta raffigurante la Madonna di Pompei. Il simulacro fu portato in processione per la prima volta negli anni '80 e nel 1982 si fondò l’associazione maschile e successivamente quella femminile. I primi anni fino al 2010 il gruppo statuario veniva portato su un carro trionfale allietato dalla presenza di bambini; dal 2011 è portato a spalla dall’associazione maschile la sera del 7 ottobre lungo le strade del quartiere.
Foto e testo di Massimo Colonna
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