Santino della Madonna della Rosa |
A Molfetta, il culto della Vergine con il titolo di "Sancta Maria Rosarum" sorse in una cappella rurale, parte integrante di una torre, ancora oggi situata sulla vecchia via di Bitonto, non lontano dal centro abitato, dove era affrescata l'immagine della Vergine con il Bambino, entrambi mostranti nelle loro mani una rosa (da lì il titolo mariano). In tale cappella, regolarmente, soprattutto nel mese estivo quando le villette circostanti venivano popolate, si celebrava la Messa e tanto crebbe la devozione verso questa Madonna che ogni anno, nel primo martedì dopo Pasqua, i molfettesi si recavano in pellegrinaggio verso tale cappella, che nel contempo divenne il secondo Santuario mariano, dopo quello più importante ed eretto a Basilica della Patrona della Città, Maria SS. dei Martiri.
Con l'espansione urbanistica della città, nuovi edifici vennero costruiti verso l'entroterra, evidenziando la necessità di istituire nuove realtà parrocchiali che potessero far capo ai nuovi quartieri. La prima parrocchia istituita, fu quella di Sant'Achille, a cui seguirono la Santa Famiglia e la Madonna della Rosa nel 1977.
Tutte e tre le parrocchie sorsero in locali messi a disposizione dai nuovi parrocchiani all'interno dei palazzi, fin quando non vennero costruite delle vere e proprie chiese, molto più adatte ad ospitare le grandi comunità e ad essere sede dei tre culti mariani che tutt'ora le contraddistinguono (rispettivamente Regina del Paradiso, Madre della Speranza e Madonna della Rosa). Se per le prime due comunità subito sorsero i nuovi edifici sacri, così non è stato per la terza, che fino all'8 marzo di quest'anno, ha continuato a popolare il precedente locale.
Il 9 marzo 2013, finalmente, la comunità parrocchiale della Madonna della Rosa ha preso sede definitiva nella nuova chiesa alle spalle dell'ospedale cittadino, il cui progetto fu approvato nel febbraio del 2007.
Sono intervenuti nella realizzazione della struttura: l'architetto I. Candelmo, gli ingegneri G. Uva e F. Allegretta, V. Azzollini e il dott. agronomo V. Annese.
Grande entusiasmo da parte dei parrocchiani che, nella mattinata del 9, si sono impegnati per completare gli ultimi preparativi per accogliere il Vescovo e la cittadinanza per la solenne Cerimonia di Dedicazione del complesso alla Vergine della Rosa.
Nell'altare della nuova chiesa, come è consuetudine, sono state riposte ben 4 reliquie: quelle di San Corrado di Baviera, Patrono di Molfetta, di San Paolo della Croce, dei Beati Martiri di Otranto e del Beato Giovanni Paolo II.
L'edificio, in pianta ottagonale, si compone di un ambiente ampio e luminoso, semplice con due vetrate colorate ai due lati dell'altare, un Crocifisso con la Vergine e San Giovanni ai lati, sulla sinistra una nicchia attualmente vuota e sulla destra, l'accesso ad una cappellina, dove è presente il Tabernacolo, fulcro e perno di tutte le chiese, in quanto sede del Santissimo.
Visione dell'interno della chiesa |
Particolare dell'altare |
Prima lapide commemorativa |
Tabernacolo nella cappella |
Seconda lapide commemorativa |
Uno degli ingressi laterali |
Particolare del portale |
Particolare del portale |
Ingresso principale |
Vorrei concludere sottolineando il grande impegno di questa comunità parrocchiale della Madonna della Rosa nella realizzazione del nuovo edificio sacro, in cui ha contribuito con numerevoli sacrifici affinchè finalmente si potesse usufruire di un ambiente più ampio e più adatto per le celebrazioni liturgiche.
La Città di Molfetta, nel giro di un anno, si è arricchita di ben due nuovi complessi, della Madonna della Rosa (primo vero edificio di culto) e di Sant'Achille (la cui chiesa, inaugurata e dedicata nel 25 marzo 2012 sostituisce la precedente costruzione, attualmente adiacente, la cui capienza era notevolmente inferiore al numero reale di parrocchiani che ne fanno parte). Le due comunità parrocchiali, dunque, già erano attive presso sedi precedenti, non adatte, per motivi di spazio, a contenere queste due realtà ancora in continua espansione: la costruzione di questi due nuovi edifici è stata dunque assolutamente necessaria e sono il frutto di sacrifici di due comunità che hanno tutto il diritto di usufruire di spazi consoni per il culto cattolico.
Le critiche non costruttive lasciano il tempo che trovano.
Testo e foto di Maria Cristina Roselli
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